La sua individuazione risale all’autunno del 2017 quando, a seguito di una forte mareggiata, il sub esperto Franco Salvatore Ruggiero, ha potuto riconoscerne alcuni resti....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Canale di Procida, individuata la “Nave dei Marmi”
«Dopo un’intensa mareggiata, a Novembre 2017, ho visto spuntare dal fondale sabbioso del porto di Miseno, alcuni corsi di fasciame dal colore rosso vivo, come il mogano», dice Ruggiero, istruttore tecnico subacqueo, esperto conoscitore dei fondali del golfo di Napoli e dei Campi Flegrei. «La prima cosa che mi ha colpito è stata la presenza di mortase e tenoni, ovvero la tecnica con la quale i romani costruivano le loro navi. Da questa prima osservazione, ho capito che poteva trattarsi dei resti di un’antica imbarcazione risalente al I secolo d.C., così ho ricoperto il reperto e avvisato le autorità competenti».
Al momento manca ancora uno studio approfondito sui resti rinvenuti per stabilire con certezza che si tratti di un vero e proprio relitto, che per grandezza - lo scafo sarebbe lungo circa quindici metri - potrebbe indicare la presenza di una liburna romana, nave militare romana strategica per la sua leggerezza, affondata, per cause ancora sconosciute, nel porto dell’antica Misenum. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino