Con la morte di Rosaria Fummo, scompare un'altra figura storica di Mergellina. Una delle innumerevoli signore dello street food partenopeo che da oltre due secoli nutrono la...
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La notizia della scomparsa di Rosaria, 86 anni, grande lavoratrice, gentile, sempre con il sorriso, instancabile presenza, è stata data come di consueto su Facebook dalla famiglia che la ricorda così: «È con enorme dolore che annunciamo la perdita della nostra cara, fondatrice nonché creatrice di tutto ciò che avete provato in questi anni. Donna dalle altissime qualità imprenditoriali ed esperta indiscussa di tutte le materie prime da sempre utilizzate. È a lei che diciamo grazie per aver reso lo Chalet Ciro ciò che è oggi. Faremo sempre tesoro di ogni suo consiglio. Che possa guidarci da lassù con il suo sorriso. Ti salutiamo con tanto affetto e con uno dei tuoi fiori preferiti. Ci mancherai tanto, Signora e per tanti, nonna, Rosaria Fummo».
Lo chalet è rimasto chiuso ieri in segno di lutto per tutto il giorno e non solo per i funerali che si sono svolti in mattinata alla Chiesa Santa Maria del Parto. Lo Chalet di Ciro a Mergellina fu fondato nel 1952 dal padre di Rosaria e divenne ben presto rinomato per la qualità della pasticceria, famoso per le graffe (ultimamente lanciata in versione anche di cono gelato) e per una pasticceria di qualità che era sempre più richiesta in tutto il mondo. Dopo la scomparsa del padre, Rosaria aveva preso in mano la situazione conducendola con energia enza mai tirarsi indietro, anche quando poi sono subentrati il figlio Antonio e il nipote. Una figura storica, insomma, come Carmnella, la Masardona e tante nonne e madri che, in ogni quartiere, hanno costruito silenziosamente nell'ultimo secolo la leggenda dello street food napoletano curando i clienti come fossero dei figli: un colpo alla fame e uno alla gola. Tanta fame ma anche tanta bontà, forse proprio perché tanto affamati. Con lei lo Chalet Cirò è diventato una istituzione leggendaria in città, il punto di arrivo di tutti quelli che hanno un momento libero e vogliono respirare Napoli dove si abbraccia con il mare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino