Sconfitto da un male incurabile, contro il quale aveva lottato con coraggio infinito, è morto a 59 anni Umberto Bellissimo, uno dei maggiori caratteristi della scena...
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Successivamente, aveva lavorato al fianco di Luca De Filippo, in spettacoli quali «Uomo e galantuomo», «Lo scarfalietto» e «Don Giovanni» di Molière. Ma non aveva trascurato l'altro grande autore napoletano, Raffaele Viviani: del quale, nel 1990, interpretò «Guappo di cartone» per la regia di Armando Pugliese. Vi cesellava i personaggi di «Taniello 'o Luciano» e dell'ingegner Padula.
Ma, in pratica, Umberto Bellissimo prestò le sue non comuni doti espressive un po' a tutto il teatro napoletano, da «Medea di Portamedina» di Mastriani, interpretata nel 1991 al fianco di Lina Sastri, a «Ce penza mammà» di Gaetano Di Maio, messa in scena nel 1995 con la regia di Giacomo Rizzo e la partecipazione dello stesso Rizzo e di una strepitosa Rosalia Maggio.
Insomma, una carriera di alto profilo, che culminò nella godibilissima interpretazione di Sarchiapone ne «La cantata dei pastori» data nel 1998 al fianco di Peppe Barra, che naturalmente era Razzullo. L'ultima apparizione nel 2012, quando si calò nei panni di un Eduardo che insegnava il teatro a quattro ragazzi. Lo spettacolo s'intitolava «Eduardo 110 e lode». E quel titolo, adesso, è facile girarlo a lui, il caro, indimenticabile Umberto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino