Morto per le errate manovre del 118, condannata l'Asl Napoli 2 Nord

Morto per le errate manovre del 118, condannata l'Asl Napoli 2 Nord
Morì a causa delle conseguenze determinate dalle errate manovre praticate dal 118 durante un soccorso per infarto: la Corte di Appello di Napoli (ottava sezione civile) ha...

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Morì a causa delle conseguenze determinate dalle errate manovre praticate dal 118 durante un soccorso per infarto: la Corte di Appello di Napoli (ottava sezione civile) ha condannato l'Asl Napoli 2 Nord per il decesso di un uomo di 59 anni avvenuto il 5 ottobre 2010 nell'ospedale di Pozzuoli ( Napoli), colto da infarto, il 22 agosto, mentre si trovata sul posto di lavoro. La Corte di Appello, per fare luce sull'accaduto, ha preferito commissionare una «sua» consulenza secondo la quale «la gestione avanzata dell'arresto cardiocircolatorio da parte degli operatori del 118 fu connotata da specifiche violazioni delle linee guida...». Non solo. Sempre secondo il consulente, «...la corretta esecuzione delle attività di rianimazione cardio-respiratorie avrebbe evitato, secondo il criterio del più probabile che non il danno neurologico e il decesso di D'Ambrosio...».

Per i giudici, in sostanza, l'indagine medico-legale ha acclarato che da parte degli operatori del 118 «non furono poste in essere le pratiche necessarie per una corretta rianimazione cardiopolmonare e che tali inadempienze furono, secondo un criterio probabilistico, la causa del danno neurologico e del decesso di D'Ambrosio». La Corte di Appello, quindi, accogliendo parzialmente il ricorso dei familiari ha condannato l'Asl Napoli 2 Nord al risarcimento in favore degli eredi della vittima, difesi dagli avvocati Alessandro Milo e Carlo Spirito: 168.250 euro ciascuno, per la moglie e per il figlio, e 25.350 euro per i quattro fratelli della vittima. In primo grado il Tribunale di Napoli rigettò le richieste di risarcimento presentate dai familiari sulla base delle dichiarazioni del consulente tecnico di ufficio dei giudici per il quale la cronologia degli eventi non poteva essere ricostruita con precisione a causa della differente sincronizzazione degli orologi degli operatori.

Secondo la denuncia presentata dai familiari, i colleghi dell'uomo allertarono il 118, specificando che aveva il 59enne avuto «un attacco di cuore», alle 9,30 del 22 agosto 2010. Ma, sempre secondo i parenti della vittima, sul posto l'ambulanza giunse 50 minuti dopo, priva di medico rianimatore. La seconda ambulanza arrivò solo alle 11 e l'uomo venne ricoverato alle 11,15 nel reparto di rianimazione dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli ( Napoli) dove è poi deceduto un mese e 13 giorni dopo il suo arrivo. Per l'Asl Napoli 2 Nord la prima chiamata di soccorso, invece, era giunta alle 10,38 e siccome l'ambulanza più vicina era già impegnata, ne venne inviata un'altra che giunse a destinazione alle 10,42, con a bordo un infermiere specializzato e un autista soccorritore i quali prestarono subito le manovre del caso. 

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Il Mattino