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MUGNANO. Era diventato nonno soltanto ventiquattro ore prima. Angelo Perillo, 55 anni, sposato e padre di quattro figli, ha avuto a stento il tempo di dare il benvenuto alla sua prima nipotina, figlia del suo secondogenito, prima che il destino lo portasse via.
L'uomo è morto cadendo da un'impalcatura a Napoli, in vico Castellina, nel quartiere Sanità. Una vita di sacrifici, che in gioventù l'aveva portato lontano dalla sua città d'origine, Mugnano, per trasferirsi a Bologna. Aveva sempre lavorato nel campo dell'edilizia, come muratore, e tutti lo descrivono come un grande lavoratore: instancabile, scrupoloso e attento.
«Nostro zio non si è mai risparmiato - raccontano i nipoti del 55 enne deceduto ieri - ecco perché lavorava anche di sabato. Terminato il lavoro, sarebbe corso in ospedale per salutare la sua prima nipotina. Siamo sconvolti. In poche ore - aggiungono - siamo passati dalla gioia per una nuova vita a questo immenso dolore».
Sulla dinamica dell'incidente i parenti preferiscono non commentare. «Sappiamo solo che è scivolato da un'altezza di circa dieci metri. Queste informazioni le abbiamo apprese dai media e dai carabinieri di Napoli, ma al momento non sappiamo altro».
In via XX Settembre, un'angusta stradina al confine con il comune di Melito, è un viavai di parenti e amici. Tutti si sono stretti attorno alla famiglia Perillo, molto conosciuta in zona. A piangere la scomparsa di Angelo, la moglie Teresa, casalinga, e i quattro figli (tre maschi e una femmina). Il primo, Antonio, è l'allenatore di una squadra di calcio giovanile di Giugliano e ha saputo della morte del suo papà pochi minuti prima di recarsi sul campo dove era in programma una partita di campionato. Una gara a cui avrebbe dovuto assistere anche Angelo, tifosissimo del Napoli, che ha sempre seguito i figli nelle loro passioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino