Movida a Napoli, i residenti: «Baretti chiusi entro l'una»

Movida a Napoli, i residenti: «Baretti chiusi entro l'una»
Movida violenta e delocalizzazione: arriva una proposta forte dal Comitato Chiaia Viva e Vivibile, destinata ad accendere un tema già caldo in giunta, in strada e sui...

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Movida violenta e delocalizzazione: arriva una proposta forte dal Comitato Chiaia Viva e Vivibile, destinata ad accendere un tema già caldo in giunta, in strada e sui social. Sono passate poche ore dagli accoltellamenti del weekend in centro storico e dall'ultima rissa ai baretti di Chiaia. E ancor meno ne sono passate dall'intervento su queste pagine dell'assessore comunale alle Attività Produttive Teresa Armato, che ha assicurato: «Il Comune procederà sulla strada della delocalizzazione. Serve una maggiore regolamentazione dei luoghi in cui poter concedere nuove licenze. Puntiamo alle periferie». I residenti rincarano: «Bloccare la concessione di nuove licenze non basterà per spostare la movida dalle zone residenziali alle periferie. Per ottenere il risultato, il Comune limiti, attraverso ordinanze, l'apertura notturna dei bar». Residenti impauriti inoltre per il prossimo weekend, che si annuncia particolarmente complicato, con Halloween il 31 e il lungo ponte di inizio novembre. 

La «mala movida» è una polveriera dal punto di vista della criminalità (con coltelli, pistole, spaccio e giri illeciti, specialmente in centro storico) e dal punto di vista sociale. «Da quando è venuto meno l'allarme sanitario legato al Covid - argomentano da Chiaia Viva e Vivibile - la situazione è andata fuori controllo, non solo in centro storico ma anche qui tra via Bisignano, piazzetta Rodinò, vico e vicoletto Belledonne. Ci aspettiamo un'amministrazione comunale super partes, che riesca a risolvere con atti concreti le difficoltà che noi abitanti di Chiaia viviamo quotidianamente. Qui non si dorme, non si può uscire di casa, bisogna tenere le finestre chiuse. Per questo, saremo chiari: non basta evitare di concedere nuove licenze per decongestionare le attuali location della movida. Bisogna agire anche nei confronti delle attività che ci sono già. Per farlo, va scoraggiata la vita a notte fonda. Quindi serve una chiusura anticipata delle attività, tra mezzanotte e l'una circa, altrimenti i ragazzi continueranno a venire a Chiaia o in centro, e le nuove zone del divertimento in periferia non potranno mai funzionare davvero. Non abbiamo nulla contro i bar che lavorano in orario aperitivo o a tarda sera. A creare problemi sono le attività che lavorano da mezzanotte in poi: gli episodi di violenza avvengono a tarda notte». Cresce inoltre la preoccupazione dei residenti per Halloween e per le auto vandalizzate in centro: girano via social volantini di party «per una serata da sballo» con alcolici low-cost: «Una Tennent's più un cicchetto a un euro», «10 spritz o 10 gin lemon a 7 euro». «La situazione è destinata a peggiorare per Halloween - osserva il consigliere comunale Gennaro Esposito - la somministrazione di alcolici ai minori ormai è a livelli massimi. Porterò la questione in consiglio. Manca una delega alla Movida, in giunta, ma certe tematiche vanno affrontate con la massima urgenza». 

Sono principalmente tre le cause sociali della deriva della movida: la crisi di liquidità da Covid - che ha spinto tanti gestori ad abbassare prezzi e qualità dell'alcol, per adattare il prodotto anche ai portafogli dei minorenni, e ha mandato in difficoltà gli imprenditori della «buona movida» che puntano sulla qualità. La chiusura delle discoteche, che ha fatto riversare i ragazzi nelle zone residenziali. E la psicologia stessa dei giovani, alla ricerca di un divertimento più risentito e selvaggio dopo le restrizioni. Su questi ultimi due punti, riconosciuti dagli stessi imprenditori del by night, interviene anche Giulio Pianese, titolare assieme al fratello Giuseppe di Peppe Spritz, noto bar di piazza Bellini: «Sulla delocalizzazione siamo d'accordo - spiega - Sarebbe per noi un'occasione per aprire altri locali in periferia. Chiaro però che l'amministrazione dovrà creare le condizioni adatte a livello di infrastrutture e trasporti per rendere attraente il Centro Direzionale o il Molo San Vincenzo per clienti e imprenditori. Nel post-Covid i ragazzi sono più esagitati: è come se si fossero liberati dal peso e dalle restrizioni. Di notte qui in centro arrivano 4 o 5mila ragazzi: controllarli per gli agenti è difficile. Ecco perché diluire la movida in vari quartieri sarebbe un'ottima mossa per decongestionare i Decumani. Ma, come detto, servono fatti per realizzarla. Le discoteche riaperte solo in parte, con obbligo di prenotazioni e Green pass, incidono molto sull'affollamento del centro». 

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Il Mattino