Nelle ultime settimane sembrano essersi attenuate le polemiche generate dalle problematiche derivanti dalla movida, ma è solo un’apparenza che non deve ingannare. In...
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«La movida e i baretti ormai sono in balia di norme, regolamenti e ordinanze arbitrarie e “tiranne” – tuona l'avvocato Enrico Carlomagno dell’Associazione Contribuenti Italiani – Contribuenti.it –. Stiamo assistendo a un vero e proprio attacco alla libera iniziativa economica privata da parte delle istituzioni: queste ultime scese in campo a sostegno dei soli diritti di alcuni cittadini». Il riferimento è ai verbali elevati per le occupazioni del suolo con «l’applicazione d’illegittime e incostituzionali indennità e sanzioni». E ancora all’ordinanza del sindaco di Napoli, varata lo scorso novembre, che sempre secondo Carlomagno «contiene precetti restrittivi a danno degli operatori economici e gestori di attività, nella quale vengono stabilite anche sanzioni arbitrarie e in contrasto con la legge fondamentale».
Il ragionamento del legale insiste sull’incostituzionalità di tali provvedimenti: «Si assiste a una tutela eccessiva di un diritto, quello reclamato e pure giusto dei residenti, a completo scapito di altrettanti diritti, anch’essi tutelati dalla nostra Costituzione – spiega il professionista –. Ciò che deve essere preso in considerazione in questo momento storico è il bilanciamento dei diritti fondamentali egualmente tutelati dalla nostra Costituzione. Perciò, c’è da chiedersi, anche alla luce del diritto comunitario, se tali sanzioni “improprie” e cosi inflitte, possano superare un giudizio di proporzionalità».
Parole con cui in pratica Carlomagno accusa sindaco e giunta comunale di emanare ordinanze e delibere senza assicurarsi che esse abbiano i requisiti costituzionali di legittimità, necessità, razionalità e proporzionalità. In particolare, quest’ultimo requisito, a detta dell’avvocato, sembra essere totalmente ignorato quando si stabiliscono multe salatissime applicate a illeciti come l’occupazione di suolo pubblico. Per il professionista si tratterebbe di «vere e proprie punizioni, più che di atti sanzionatori». Considerazioni da cui ne consegue un’amara conclusione: «I nostri associati si sentono vessati. C’è la netta sensazione che sia stata messa in moto una macchina per distruggere le attività della movida. E questo sarebbe un fatto gravissimo in una città come Napoli a grande vocazione turistica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino