Multe pazze a Napoli, valzer di responsabilità: nessuno vuol firmare la cancellazione

Multe pazze a Napoli, valzer di responsabilità: nessuno vuol firmare la cancellazione
A settembre il sindaco promise la cancellazione delle multe pazze ma non se n'è fatto nulla; prima di Pasqua l'assessore Clemente promise un'immediata delibera...

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A settembre il sindaco promise la cancellazione delle multe pazze ma non se n'è fatto nulla; prima di Pasqua l'assessore Clemente promise un'immediata delibera per l'annullamento ma non è ancora arrivata; poi l'ufficio stampa di Palazzo San Giacomo spiegò che la Giunta avrebbe deliberato il 13 di aprile, ma pure quella volta non è successo nulla. Cosa succede con la procedura per cancellare venti milioni di euro in contravvenzioni dalle spalle dei napoletani? Succede che bisogna prendersi una responsabilità grande e nessuno in questo momento si sente pronto, anche perché dietro l'angolo c'è la Corte dei Conti pronta a chiedere ragione di qualunque situazione che abbia un impatto sul bilancio del Comune.

Insomma, l'imbarazzo è grande: nelle sale e nei corridoi di palazzo San Giacomo gira un documento che scotta e nessuno vuol rimanere bruciato.

Piccolo riassunto per chi non conosce la questione. Per dare spazio in strada ai tavolini di bar e ristoranti, e consentire una più solida ripresa economica, la Giunta decide di decretare un'area pedonale nel centro storico nel periodo fra giugno e ottobre 2020. L'area a totale divieto inizia allo scadere della Ztl del centro storico, orario in cui, invece, abitualmente si può iniziare a transitare liberamente in quell'area.

Il Comune non segnala accuratamente la novità, i cittadini non si accorgono di nulla e transitano liberamente fino a settembre, quando centinaia di migliaia di contravvenzioni da circa cento euro l'una iniziano a piovere sulla città. La gente insorge e il sindaco promette la cancellazione. La cancellazione non arriva e i cittadini cercano la strada dei ricorsi che, però, vengono inesorabilmente respinti: se l'area pedonale c'era, le multe sono giuste. Se quell'area pedonale fosse annullata da un nuovo documento del Comune, allora i ricorsi potrebbero essere accolti.

Arriviamo agli inizi di aprile quando l'assessore Clemente ammette l'ingiustizia delle contravvenzioni e promette interventi celeri che, però, non sono celeri quanto ci si attendeva.

E qui iniziano le vere difficoltà perché la Giunta può dare un indirizzo politico agli uffici amministrativi ma la decisione definitiva sull'annullamento della decisione spetta a un dirigente sul quale andrebbero a confluire tutte le possibili difficoltà generate da un atto del genere.

Si tratta di prendersi la responsabilità di cancellare dal bilancio del Comune la cifra di venti milioni di euro che è stata già appostata. E come è possibile che nessuno, soprattutto la Corte dei Conti, s'accorga di un improvviso ridimensionamento in bilancio di una cifra così consistente?

Ecco, dunque, che bisogna trovare una via d'uscita che sia onorevole per la Giunta e senza problemi per il dirigente. E quella situazione purtroppo, ancora non si trova. Se anche si trovasse, poi, risulterebbe iniqua perché sarebbe quasi impossibile prevedere la restituzione delle somme già pagate dai cittadini multati, e poi ci sarebbe da giustificare pure la notevole cifra impegnata per spedire le contravvenzioni a casa dei napoletani. 

Sul tema è intervenuto Aniello Esposito, capogruppo del Pd in consiglio comunale il quale nella riunione dei capigruppo di ieri ha chiesto che nel prossimo Consiglio si discuta della delibera sull'annullamento delle multe: «Bisogna che la questione venga affrontata - scrive il Pd in una nota - i napoletani meritano risposte, perché fra multe fatte e spese di notifica già eseguite dal Comune, ci sarà una cattiva gestione amministrativa e conseguente spreco di denaro pubblico. Noi continuiamo, come tutte le forze presenti in Consiglio comunale, a ritenere quelle multe sbagliate e quindi da annullare, poiché effettuate in un'area pedonalizzata in maniera pedestre, senza alcun preavviso e con una segnaletica per nulla chiara». 

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Il Mattino