Murale di Maradona a Napoli, lavori in vista: «Incubo impalcatura»

Rischio cantiere al piazzale: in arrivo la manutenzione degli edifici

Il largo Maradona
Previsti lavori ai palazzi intorno a Largo Maradona. Parliamo proprio degli edifici di via Emanuele De Deo che circondano il piazzale divenuto noto in tutto il mondo come il...

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Previsti lavori ai palazzi intorno a Largo Maradona. Parliamo proprio degli edifici di via Emanuele De Deo che circondano il piazzale divenuto noto in tutto il mondo come il “santuario” di D10s. Sulla facciata laterale di uno dei fabbricati, in particolare, sorge proprio l’immagine “sacra” del Pibe de Oro che attira un pellegrinaggio continuo da ogni angolo del pianeta: il murale disegnato nel 1990 da Mario Filardi in quella che era, fino a pochi anni fa, un’area parcheggio chiamata «la sfravecatura», nome che rievocava il degrado in cui allora annaspava la zona.

«I condomini ci hanno detto che c’è bisogno di riverniciare il palazzo – avevano spiegato al Mattino da La Bodega de D10s – E ci hanno chiesto di piazzare un ragno ai piedi del murale, per far lavorare gli operai». Una bega condominiale come tante, insomma, che però rischia di impedire l’accesso o di ostacolare la vista di una delle location turistiche al momento più importanti della città, e probabilmente d’Europa, coprendo l’immagine di Diego con dei ponteggi. 

I lavori vanno fatti. L’ombra delle impalcature intorno al murale, necessarie ovviamente per la manutenzione degli edifici, è scongiurata almeno nell’immediato. La trattativa tra i residenti e i gestori del piazzale «si sta svolgendo a oggi nell’armonia delle parti interessate - dichiara l’avvocato Angelo Pisani, che segue appunto i gestori di Largo Maradona - i lavori di riqualificazione degli edifici, esigenza legittima da parte dei condomini, avverranno in autunno, quando saranno finiti l’estate e il boom turistico legato allo scudetto azzurro».

Se ci saranno ponteggi? «Non è escluso che si dovranno allestire delle impalcature per la sicurezza degli operai – prosegue Pisani – Ma siamo fiduciosi sul fatto che venga montato il minimo indispensabile delle strutture. E confidiamo anche nel fatto che la maggior parte delle operazioni possa avvenire durante gli orari notturni, in maniera da arrecare minori disagi possibili ai turisti e ai tanti commercianti della zona. I cittadini, i commercianti e le istituzioni collaborino per concordare ogni iniziativa nell’interesse comune e a tutela della grande potenzialità turistica e culturale dei Quartieri Spagnoli, oggi invasi da turisti e giustamente meritevoli di ristrutturazione e manutenzione anche nel rispetto dell’accoglienza. Condomini, commercianti, imprenditori del turismo e investitori hanno tutto l’interesse a realizzare le azioni migliori per il quartiere. Anche in omaggio alla memoria di Maradona che illumina e attira tutto il mondo verso il murale». 


Già: perché l’immagine di Diego e il suo mausoleo contano tanto, in termini economici e spirituali. Il “santuario” maradoniano, come ammesso l’altro giorno da Salvador Gaudenti, l’artista che ha consegnato la statua di Diego ai piedi del murale, è “invidiato” anche dagli argentini, visto che «Maradona non ha un sepolcro analogo a Buons Aires, dove la sua tomba si trova in periferia, nel quartiere Tigre, e non è di facile accesso».

Insomma, nel nome di D10s, via De Deo e i suoi palazzi sono diventati un patrimonio prezioso della città. Fanno gola a molti e hanno fatto sorgere un indotto che, in questi vicoli, dà lavoro a centinaia di persone e fa battere i registratori di cassa a decine di ristoranti e ad alcuni negozi di gadget azzurri o maradoniani. Numeri da capogiro anche nelle visite, che nei giorni di festa sono paragonabili a quelle dei principali musei della nazione. Grazie a Diego, in altre parole, la zona alle spalle di via Toledo possiede oggi i mezzi per sottrarsi al crimine e sopravvivere alla luce del sole. Di turismo e religione calcistica. Come accennato, lo slargo in via De Deo è una di quelle aree che D10s e il suo mito hanno scippato al degrado di una volta.

I palazzi che circondano la piazzetta in cui migliaia di turisti scattano migliaia di selfie all’ora, tanto per intenderci, furono bombardati durante la seconda guerra mondiale, e da allora - da dopo la ricostruzione - sono addirittura sprovvisti di numeri civici. Compreso quello su cui sorge il murale celebrativo del secondo scudetto, l’immagine “sacra” del Pibe, rielaborata poi nel 2017, prima del boom del turismo sportivo. Tutto nasce spontaneo, da queste parti. E cioè tutto nasce dal basso. Grazie a Diego, i Quartieri Spagnoli sono diventati un’industria che è sì un po’ anarchica, ma anche vincente. Proprio come Diego.

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Il Mattino