Via con spray e pennelli. A Napoli i ragazzi del collettivo milanese Orticanoodles, contattati dall'Osservatorio sulla creatività urbana Inward, hanno cominciato questa...
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L'iniziativa è stata finanziata con una sottoscrizione pubblica, lanciata il 30 giugno scorso da Inward, promossa sul sito «Un murale per Giancarlo» (al quale s'è aggiunto poi il gruppo Facebook «Un fiore per Giancarlo»). «Quando me l'hanno detto, ho subito accolto con favore l'idea», spiega Paolo Siani, primario al Santobono e fratello di Giancarlo, «ma aggiunsi che non volevo si utilizzassero fondi pubblici: ero pronto a finanziarlo personalmente. Invece, siamo partiti col crowdfunding, e il successo ha superato ogni aspettativa: in meno di tre mesi, con agosto di mezzo, hanno aderito in modo spontaneo più di trecento donatori, anche da altre città d'Italia. Tra questi, l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha donato 1500 euro. Grazie alla loro sensibilità abbiamo raggiunto in poche settimane i 7.000 euro necessari».
«Il nostro intento è quello di sviluppare arte pubblica e popolare in contesti urbani. Un modo per parlare alla città», spiega Walter Contipelli, in arte Wally, coordinatore di Orticanoodles. «Dentro l'immagine iconografica di Giancarlo sorridente», anticipa, «saranno nascosti la sua macchina per scrivere Olivetti e la Mehari», aggiunge l'artista impegnato sul campo con Alessandra Montanari, Alessandro Bassi e Alessandro Breveglieri. Ad incorniciare le immagini, alcune citazioni scelte: da Nelson Mandela a Alda Merini, passando per un verso di «Basta poco», una canzone di Vasco Rossi. Quella sera, la sua ultima sera, il ragazzo con la Mehari avrebbe voluto applaudirlo. Purtroppo, però, Giancarlo a quel concerto non ci arrivò mai.
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Il Mattino