Mario Paciolla, volontario Onu morto in Colombia: un murales a Napoli per non dimenticare

Mario Paciolla, volontario Onu morto in Colombia: un murales a Napoli per non dimenticare
I capelli al vento, la barba folta e i gabbiani che ne rappresentano lo spirito libero e fortemente legato al mare. È stato raffigurato così Mario Paciolla –...

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I capelli al vento, la barba folta e i gabbiani che ne rappresentano lo spirito libero e fortemente legato al mare. È stato raffigurato così Mario Paciolla – il 33enne cooperante dell'Onu rinvenuto morto in Colombia lo scorso 15 luglio – con gli occhi verso l'orizzonte e con il suo Corto Maltese sul petto. Un personaggio, come i familiari e gli amici ricordano, a cui era molto legato e che ne descrive bene il carattere.

Il murales, inaugurato questa mattina nei giardinetti di via dell'Erba all'Arenella, è stato voluto dal gruppo Giustizia per Mario Paciolla e realizzato dall'artista Luca Carnevale. 

«Mario può essere un simbolo – afferma la madre Anna Motta – soprattutto per la sua grande umanità. Il suo darsi a tutti e l'amore viscerale per Napoli, lo hanno sempre contraddistinto. Inoltre la sua vita racconta proprio dell'incontro delle culture che sono sempre state l'anima della nostra città. Ora vogliamo solo verità e giustizia per lui e per tutti gli altri Mario in giro per il mondo». 

Un ricordo commosso quello della madre che, anche durante l'incontro con il sindaco di Napoli, non ha mai smesso di chiedere giustizia. «Mario si è speso per un mondo migliore – afferma il primo cittadino Luigi de Magistris – e per i diritti di tutti. Aveva scelto un paese non semplice, proprio per portare un messaggio di umanità e di vicinanza a chi si trova in difficoltà. Devo dire che l'impatto con questa immagine è molto forte, perchè ci riporta proprio alla vita di questo ragazzo ed al suo volto così fiero ed intenso». 

 Un'opera realizzata proprio al centro del campetto da basket in cui Mario era solito giocare e con una serie di immagini e simboli, rappresentativi del suo animo e delle sue passioni. 

«Sono stato contento di averlo rappresentato così – afferma Luca Carnevale – in mezzo al mare. Lui stesso, in una conversazione con i genitori, aveva espresso il desiderio di rientrare in città per bagnarsi i piedi nelle nostre acque. Poi c'è Corto Maltese. Anche in questo caso si tratta di un personaggio che gli piaceva molto e che lo rappresenta bene. Anche Mario viaggiava ma semplicemente per il rispetto dei diritti umani. Un principio a cui non ha mai rinunciato, per cui ha combattuto e per cui è morto». 

 

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Il Mattino