​La provocazione di Nagorà: «Ragazzi che emigrano e precarietà permanente: Napoli non è una città per giovani?»

La provocazione di Nagorà: «Ragazzi che emigrano e precarietà permanente: Napoli non è una città per giovani?»
Il capoluogo della regione più giovane d’Italia non è una città per giovani? A mettere sul tavolo l’interrogativo, provocatorio e insieme...

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Il capoluogo della regione più giovane d’Italia non è una città per giovani? A mettere sul tavolo l’interrogativo, provocatorio e insieme propositivo, è il nuovo numero di Nagorà (www.nagora.org), il web magazine dell’associazione culturale “Nagorà - Laboratorio di idee”, che si propone di sviluppare proposte per lo sviluppo socio-economico di Napoli e della sua area metropolitana.


L’intenzione è chiara: aprire un’analisi – e dunque un dibattito – su un mercato del lavoro le cui vie di accesso sono sempre più anguste e in cui la precarietà si è stabilizzata come categoria immutabile e irreversibile, a tutto discapito dei ventenni e dei trentenni di oggi. «Una generazione – si legge nel focus del numero di aprile - precaria sin dal primo vagito, ripiegata sulle coordinate sbilenche di un destino fatto di sogni appassiti e aspirazioni tradite».

L’editoriale dal titolo “Che i giovani non imitino i vecchi”, firmato da Gennaro Ascione, studioso di epistemologia per le scienze sociali, mette in risalto le difficoltà con le quali devono confrontarsi i ragazzi del Sud, che impattano ogni giorno contro le barriere innalzate dagli “adulti” e per questo «hanno dovuto voltare le spalle a un territorio dove risulta impossibile fare sistema».


Sulla scorta di queste analisi, Nagorà ha interpellato alcuni giovani che, in un contesto difficile, hanno trovato il modo di far valere i propri talenti e i propri sogni: Alessandro Rak, regista dei pluripremiati film di animazione “L’arte della felicità” e della “Gatta Cenerentola”, l’attore Francesco Di Leva, tra i fondatori del teatro Nest, nella difficile area a Est di Napoli, il cantante ventisettenne Emilio Carrino, i ragazzi della Cooperativa La Paranza, che alla Sanità hanno indicato una strada nuova per la valorizzazione e la promozione di un quartiere povero e al tempo stesso ricco, Federica Russillo, architetto esperto di tematiche ambientali, Giuseppe D’Alessandro, studente trentenne di design inventore di “Scorz”, la casa di cartone per i senzatetto, Vittorio Ciotola e Umberto Vitiello, che guidano rispettivamente i Giovani industriali e i Giovani costruttori napoletani. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino