Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano allarga le braccia di fronte al gigantesco cumulo di immondizia. Si cruccia quando scopre che quel mucchio rappresenta molto meno della...
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San Giacomo degli Spagnoli in una manciata di settimane tornerà a splendere come una volta. All'interno, da mesi, sono in corso lavori di restauro che consentiranno di riaprire l'antico portone ai fedeli e alle visite. Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano è uno dei governatori della «Real Arciconfraternita e Monte del Santissimo Sacramento de' Nobili Spagnoli» che gestisce la basilica, mostra con orgoglio le cappelle recuperate grazie al sostegno di privati, però chiede che il «vicino di casa» abbia maggiore rispetto per quell'edificio sacro.
Il «vicino di casa» è il Comune di Napoli: la chiesa è stata accerchiata dal palazzo che adesso ospita l'amministrazione cittadina. La maggior parte dei problemi che hanno aggredito la struttura deriva proprio da guai collegati al palazzo. Nel corso degli anni dagli uffici è stato gettato di tutto non solo nell'anfratto del pozzo ma anche sul tetto della chiesa, con il risultato che sedie rotte, faldoni e resti di pranzo dei comunali hanno bloccato le pluviali facendo accumulare l'acqua che ha generato spaventosi danni da infiltrazioni. Poi c'è il problema delle condutture, in particolare c'è una colonna fecale che ha gravi danni e spesso l'acqua putrida dei bagni del Comune invade l'area della sagrestia.
«Abbiamo ripulito e riparato il soffitto - dice con enfasi Landolfo Caracciolo - stiamo rimettendo in sesto la chiesa. Però c'è bisogno di un contatto con il Comune per stabilire le future modalità di tutela, di controllo e di intervento. Da mesi abbiamo chiesto un incontro con il sindaco, con un assessore, con qualcuno che possa garantirci supporto nella gestione di problemi come quello della colonna fecale che perde o come la necessaria, costante, ripulitura del soffitto della chiesa. Non ci ha mai risposto nessuno. Io mi appello a Luigi de Magistris affinché si possa fare parte attiva in questa vicenda».
Appare paradossale la richiesta di contatto con il sindaco che ha la poltrona a meno di cinquanta metri da quella chiesa e gli basterebbe affacciarsi da uno degli uffici per capire qual è la situazione.
Dopo la prima operazione di svuotamento che ha consentito di liberare la parte superiore, ieri all'interno del pozzo si è calato lo speleologo Luca Cuttitta che ha tentato di verificare la situazione. Bisognava controllare la tenuta della cisterna sottostante e, soprattutto, verificare il percorso che, probabilmente, collegava quel pozzo all'antico acquedotto napoletano.
È stato impossibile eseguire le verifiche. C'è ancora troppa immondizia dentro al pozzo: «Si riesce a vedere solo la parte superiore della cisterna e nulla più - ha spiegato Cuttitta - per capire qual è la situazione sul fondo bisogna proseguire con le operazioni di svuotamento. Ci sono centinaia di metri cubi di immondizia da portare via».
L'immondizia che, negli anni, Palazzo San Giacomo ha sversato in un pozzo del 500: imbarazzante, davvero imbarazzante. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino