Tre napoletani scomparsi in Messico, gli avvocati: «Pronta una task force dell'Interpol»

Tre napoletani scomparsi in Messico, gli avvocati: «Pronta una task force dell'Interpol»
Una task force dell'Interpol aiuterà gli investigatori locali a fare luce sulla sorte dei tre napoletani scomparsi 35 giorni fa in Messico, garantendo nel contempo la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una task force dell'Interpol aiuterà gli investigatori locali a fare luce sulla sorte dei tre napoletani scomparsi 35 giorni fa in Messico, garantendo nel contempo la correttezza dell'attività investigativa. Ad annunciarlo, nel corso di un incontro con i giornalisti, sono gli avvocati delle due famiglie, Luigi Ferrandino e Claudio Falleti, e Francesco Russo, figlio di Raffaele Russo, fratello di Antonio e cugino di Vincenzo Cimmino, i tre «desaparecidos» dallo scorso 31 gennaio.


Una richiesta che potrebbe essere anche legata ai particolari che stanno emergendo riguardo il lavoro degli inquirenti messicani sul quale si allunga un'ombra, quella delle torture: secondo alcuni media locali, infatti, le testimonianze dei quattro agenti ritenuti coinvolti sarebbero state estorte con la forza. Almeno così avrebbero riferito i quattro poliziotti ai giudici. La circostanza, se accertata, influirebbe non poco sulla veridicità delle loro parole. Non solo. 
 
Fa capolino ora sull'indagine anche un certo don Angel, ritenuto legato al cartello criminale che avrebbe preso in consegna i tre. Per Ferrandino, don Angel, potrebbe fornire notizie sulla dinamica dell'accaduto e anche sulla sorte toccata ai tre connazionali. «Secondo le nostre indagini è persona nota alle forze dell'ordine e un riferimento del cartello criminale che si sostiene abbia sequestrato i tre italiani», ha detto Ferrandino che, rispondendo ai giornalisti, ha aggiunto: «Non sappiamo ancora se sia individuato e ascoltato semplicemente perché motivi investigativi suggeriscono di non diffondere informazioni in merito a questa attività».

L'odissea delle famiglie Russo e Cimmino inizia poco più di un mese fa, con la scomparsa, nel nulla, di Raffaele, sul quale pendono accuse per truffa. Il figlio e il nipote, invece, sarebbero stati attirati in una trappola dalla Polizia di Tecalitlan e poi consegnati nelle mani di una gang del sud dello stato di Jalisco da alcuni agenti corrotti, forse per appena 43 euro. Altre tre poliziotti, tra cui il capo della polizia locale, sono attualmente ricercati. «Il giudice messicano della Convalida ha dichiarato che i poliziotti hanno sostenuto di essere stati torturati durante gli interrogatori», ha fatto sapere Ferrandino che ha aggiunto: «un'indagine tenterà di fare chiarezza anche su quest'aspetto». 
 
Ieri, con l'avvocato Falleti (componente Organizacion Mundial de Abogados), le famiglie Russo e Cimmino hanno incontrato alla Farnesina il ministro degli Esteri Angelino Alfano il quale ha assicurato il massimo impegno del dicastero. Nel pomeriggio, invece, hanno ricevuto la solidarietà dell'ambasciatore messicano.


Dalle parole pronunciate oggi da Francesco Russo si comprende che la famiglia non ha nessuna intenzione di arrendersi: «Speriamo che al più presto arrivi questo miracolo». Francesco ha espresso anche amarezza: «La nostra unica rabbia è il ritardo. Noi speravamo che la faccenda si potesse risolvere in pochi giorni, e invece non sappiamo ancora nulla». Le famiglie chiederanno di incontrare il presidente della Repubblica e il Papa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino