OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Nuove scosse di terremoto agitano in profondità la struttura portante del 118, servizio di soccorso salvavita in città: lo stillicidio di personale medico (ma anche di infermieri e autisti) richiede continui arrangiamenti dei turni. E così dal 1 febbraio anche le ambulanze di stanza a Pianura e al Vomero saranno demedicalizzate: su 5 o 6 dottori necessari a coprire i turni sulle 24 ore (compresi i periodi di ferie, permessi e malattia) in questi quartieri rimanevano solo uno o due.
Una parcellizzazione diventata poco funzionale che ha spinto Giuseppe Galano, responsabile della centrale operativa territoriale, a concentrare tutti i 35 medici ancora in organico (circa 25 dipendenti e il resto convenzionati della Asl di cui 2 in procinto della pensione) in sole 6 postazioni medicalizzate. A regime ognuna di queste sarà poi affiancata da un’auto medica.
A ogni richiesta di soccorso, dopo una prima valutazione telefonica della centrale operativa e l’invio, di norma, della ambulanza di tipo B con il solo autista e infermiere a bordo, il medico e un secondo infermiere resteranno in allerta pronti ad intervenire in seconda battuta solo se necessario con la possibilità di affiancare anche altre ambulanze prive di medico a bordo. Ma i medici dirottati nelle nuove postazioni non ci stanno e sono in rivolta. «Abbiamo dovuto razionalizzare facendo di necessità virtù - avverte Galano - era inutile tenere in piedi turni di medici sparsi in varie postazioni.
Il trasloco e la prospettiva di una rotazione imminente è stata accolta con profondo disappunto. Una mezza rivolta. Professionisti su cui pesano gli anni della pandemia, i turni massacranti, le scarse gratificazioni economiche, la inesistente tutela nei confronti delle aggressioni. «Dottori stanchi, sfiduciati, demotivati - sottolinea Lino Pietropaolo, responsabile regionale della Cisl medici - andrebbero ascoltati e coinvolti attivamente in decisioni che incidono così fortemente su consuetudini e routine di lavoro. Molti di questi colleghi sono pronti ad andare via verso i più tranquilli e stabili lidi della medicina di famiglia o delle guardie mediche. Servirebbe una maggiore attenzione mancata in passato e che continua a essere negata oggi». Il servizio del 118, per legge, prevede la presenza di un medico ogni 60 mila abitanti e dunque a Napoli la medicalizzazione di tutte le 17 postazioni di mezzi di soccorso presenti in città. Fino al 2019, la dotazione è progressivamente scesa a 13 postazioni storiche presidiate dal medico. Oggi, dopo la pandemia - tra pensionamenti, decessi, fughe e abbandoni - si sono ridotti a 35 unità di cui 33 operative. Appena sufficienti per coprire turni completi (5 unità) per 6 postazioni mentre Capri può contare su quattro medici fissi e un quinto a rotazione. I due o tre esuberi di tale conteggio dovrebbero essere richiamati in centrale operativa ma i sindacati sono pronti a dare battaglia: Galano per la prossima settimana ha già convocato la Cimo.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino