Sfregiata a 12 anni a Napoli, il messaggio choc dell'ex fidanzatino: «Vengo a rovinarti il viso»

Sfregiata a 12 anni a Napoli, il messaggio choc dell'ex fidanzatino: «Vengo a rovinarti il viso»
«Comunque ti devo sfregiare la faccia, meglio per te che non ti fai acchiappare». Un messaggio salvato dalla diretta interessata e spedito prontamente alla sorella,...

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«Comunque ti devo sfregiare la faccia, meglio per te che non ti fai acchiappare». Un messaggio salvato dalla diretta interessata e spedito prontamente alla sorella, per fare in modo che rimanesse sempre e comunque una traccia. Parole di risentimento, propositi di vendetta che culminano in una sorta di spedizione punitiva, nella quale l’autore del messaggio riesce a dare concretezza al proprio livore. Una storiaccia, quella di due settimane fa, quando il minore M. S. aggredisce e ferisce gravemente la propria ex fidanzata, una minorenne che aveva deciso di interrompere un flirt, di dire basta a una relazione che le andava stretta. Una scelta di autonomia ed emancipazione che ora finisce nelle carte di un fascicolo giudiziario, che vede il giovane indagato in un istituto circondariale minorile, mentre la vittima di questa storia è alle prese con danni al viso che per i magistrati hanno carattere permanente. Un caso ricostruito nel corso dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di M. S., firmato dal gip del Tribunale per i minori di Napoli Paola Brunese, al termine delle indagini condotte dal pm Emilia Galante Sorrentino. Proprio nel giorno in cui a Secondigliano si registra l’ennesimo accoltellamento di un ragazzino, conviene ripercorrere i punti chiave che hanno spinto il gip Brunese a disporre il carcere per M. S., alla luce di quanto emerso finora dalle indagini.

Conviene partire da quanto dichiarato dal minore, una volta finito in manette. Difeso dai penalisti Domenico Dello Iacono e Matilde Pontillo, il ragazzino ha fornito una confessione che viene ritenuta parziale da parte di pm e giudici. In che senso? Ha ammesso di aver aggredito la ex, ma ha sostenuto di aver agito solo al termine di un litigio scoppiato in modo estemporaneo, al termine di un incontro estemporaneo, occasionale, non voluto. Una versione che traballa alla luce di quanto emerso dalle indagini fondate sull’analisi dei cellulari, sullo screenshot conservato dalla sorella della ragazzina, sulle testimonianze rese da due minorenni (l’amica della vittima e l’accompagnatore dell’aggressore), e dall’analisi del catturatarghe. Una serie di punti che spingono gli inquirenti a battere la pista dell’aggravante della premeditazione. In sintesi, lo scooter è andato avanti e indietro, come in una sorta di flipper impazzito, inseguendo un chiaro obiettivo: quello di raggiungere e rintracciare la ragazzina, per dare vita a un proposito di vendetta che era stato anticipato a mezzo whatsapp. Ed è anche la ricostruzione plastica dell’aggressione che non lascia spazio a dubbi, almeno secondo quanto si evince dalla lettura degli atti raccolti fino a questo momento. In sintesi, la scena dell’aggressione è stata descritta in questo modo: «La ragazzina viene presa al collo e immobilizzata, mentre con l’altra mano, avviene lo sfregio alla guancia». 

Una emergenza giovanile, che viene confermata dallo stesso pm Emilia Galante Sorrentino, che ha rilasciato una intervista all’Ansa, nella quale prova a sensibilizzare scuole e famiglie sull’esigenza di fare prevenzione. E alla domanda sui coltelli facili, il pm spiega: «A Napoli, e non solo, è una vera e propria emergenza, criminale e sociale, per arginare la quale occorre un potenziamento di telecamere», ma soprattutto «una tempestiva segnalazione dell’abbandono dell’obbligo scolastico», poiché «nella maggior parte dei casi chi compie reati del genere proviene da famiglie poco attente all’istruzione». Si è detta contraria all’abbassamento dell’età imputabile, ma ha anche ricordato l’importanza di scelte radicali, come l’intervento nelle famiglie: «In alcuni casi, purtroppo, la salvezza è l’allontanamento dalle famiglie. Quando il bambino partecipa al confezionamento di bustine, che ragazzo verrà fuori?». Massima attenzione, poi, agli smartphone, e dunque alle chat e ai social che, sebbene siano una finestra sul mondo, nascondono insidie. «Sette coppie sui dieci si scambiano immagini a contenuto sessualmente esplicito sul web e non sanno che una volta immesse in rete, si trovano di fronte a un viaggio di sola andata». 

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Il Mattino