C’è una porzione di Napoli che vive ore di panico: il Comune ha spedito 1.600 lettere in cui chiede il versamento di somme, anche ingenti. Le motivazioni sono le...
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Noi, naturalmente, siamo certi che le norme della legge sono state tutte rispettate nel momento in cui il Comune, tramite la Napoli Servizi, ha deciso di spedire queste missive. Ma siccome chi ha ricevuto quelle richieste di pagamento non ne è convinto, è nato un comitato che ha già deciso di rivolgersi al tribunale per sottoporre a un magistrato le richieste del Comune. E bisogna anche fare in fretta ad opporsi alla richiesta, perché la lettera è perentoria: ci sono trenta giorni per pagare, altrimenti scatterà un’ingiunzione ufficiale alla quale farà seguito la procedura di riscossione coattiva.
La vicenda si inserisce nel più ampio caso delle abitazioni «acquisite» al patrimonio del Comune di Napoli. Sulla base di una norma attualmente in vigore, un Comune può accaparrarsi qualsiasi costruzione considerata abusiva ed inserirla nel proprio patrimonio immobiliare. Alla fine di dicembre, in città sono state spedite quasi seimila lettere ad altrettante famiglie, con le quali si comunicava ufficialmente la perdita del possesso delle rispettive abitazioni. E anche in quel caso c’era la chiosa del pagamento: avendo il Comune preso possesso delle strutture, chi ha costruito la casa abusiva viene considerato inquilino e deve pagare un canone mensile. Ma c’è di più, vanno versati anche i canoni arretrati, a partire dal giorno in cui è stata accertata la realizzazione dell’abuso. Per farla breve, a circa seimila famiglie napoletane, nei giorni tra il cenone di Natale e quello di Capodanno, è stata sottratta la proprietà dell’abitazione (abusiva, meglio chiarirlo nuovamente) ed è stata contestualmente presentata una bolletta pesantissima: circa novecento euro all’anno per un massimo di dieci anni, totale per ogni soggetto individuato, novemila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino