Chissà se quegli stretti cunicoli sono proprio quelli che nel 536 d. C. i soldati bizantini guidati dal generale Belisario percorsero per espugnare Napoli, al tempo...
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Oggi una parte di quell'acquedotto - che fu altresì utilizzato da Alfonso d'Aragona nel XV secolo per conquistare la città angioina - è tornata alla luce grazie all'impegno dell'associazione Celanapoli di Carlo Leggieri. La scoperta è stata presentata in un convegno tenutosi nella chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli. Questo eccezionale sito archeologico è stato riscoperto al di sotto di un'abitazione in vico Tessitori, zona Miracoli, sulla sommità del rione Sanità. Dopo aver liberato dai detriti e dai rifiuti una scalinata che conduceva a un ex ricovero bellico, ecco spuntare un canale lungo almeno 220 metri, ricoperto dal cocciopesto. Un prezioso tassello il complesso paesaggio antico a nord di Neapolis, già caratterizzato dall’imponente necropoli ellenistica.
Quest’opera d’ingegneria idraulica, segnalata da numerose fonti tra il VI e il XIX sec., consiste in un canale scavato in galleria - parte di una cavità censita dal Servizio difesa idrogeologica del territorio e sicurezza abitativa del Comune di Napoli - rilevabile a circa 20 metri dall’attuale quota stradale.
Determinante il contributo delle associazioni per restituire alla fruibilità pubblica una testimonianza di assoluta rilevanza del mondo antico. La scoperta è stata presentata dagli autori dello studio, Francesco Colussi e Carlo Leggieri. Sono intervenuti Giuseppe Camodeca, Ordinario di Storia Romana ed Epigrafia Latina all'Università di Napoli “L’Orientale”; Salvatore D’Agostino, Ordinario di Scienze delle Costruzioni all'Università Federico II e fondatore del CIBeC, Gianluca Minin, presidente di Borbonica Sotterranea e l'ingegner Clemente Esposito del Centro Speleologico Meridionale. Quando ormai si pensava di aver scoperto tutto, Napoli continua a stupire.
Il Mattino