Anm Napoli, il piano anti-portoghesi funziona: «Già venduti 360mila biglietti in più»

Anm Napoli, il piano anti-portoghesi funziona: «Già venduti 360mila biglietti in più»
Il deposito del Garittone sarà dismesso il primo giugno. Nessun dietrofront dell'Anm. La destinazione più plausibile quella del terminal dei bus turistici, anche...

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Il deposito del Garittone sarà dismesso il primo giugno. Nessun dietrofront dell'Anm. La destinazione più plausibile quella del terminal dei bus turistici, anche se resta in piedi la richiesta di Asìa che vorrebbe farne un ricovero per i propri mezzi. Non arriva la svolta attesa da sindacati e lavoratori in commissione Trasporti, presieduta da Nino Simeone, con la presenza dell'assessore al ramo Mario Calabrese e dell'amministratore unico Anm Nicola Pascale, affiancato dai dirigenti. «C'è l'esigenza - spiega Pascale - di dimensionare in maniera congruente la logistica con i tre depositi in funzione che manterremo, delle Puglie, Carlo III e Cavalleggeri, che garantiscono l'uscita di 600 bus al giorno. Attualmente l'azienda ne mette in strada 300. Il Garittone ci costa tra 800mila e un milione di euro all'anno. La volontà dell'amministrazione è di non privatizzare la gomma». «Il servizio - aggiunge Calabrese - non risentirà della dismissione e non si perderanno posti di lavoro. A chi paventa maggiori percorsi per i lavoratori per raggiungere i depositi, senza polemica voglio ricordare che tanti pendolari ogni giorno fanno la spola tra Napoli e Roma. Il servizio di trasporto per l'area nord è già scadente. Il mandato che abbiamo dato è di migliorarlo e l'azienda sta andando in quella direzione. Si sta lavorando per una migliore divisione dei collegamenti su gomma e ferro».

 
Ai sindacati e ai lavoratori l'Anm nelle prossime ore presenterà il piano dettagliato dei costi del Garittone, illustrando i benefici della dismissione. Ha retto, intanto, la tregua con i sindacati. Ieri dal Garittone, a parte qualche rientro per guasto in mattinata, sono usciti quasi tutti i 40 bus. E dal Tribunale fallimentare arriva una notizia positiva: accettata la proroga di 60 giorni per presentare il piano di risanamento. Scadenza fissata al 4 luglio. «Segnale - commenta Calabrese - che i giudici hanno valutato positivamente le azioni di risanamento intraprese finora». Mentre è saltato l'appuntamento a Palazzo San Giacomo con i sindacati previsto per oggi pomeriggio a causa della votazione del rendiconto. Anm e Comune ce la stanno mettendo tutta per arrivare in forma all'appuntamento del 4 luglio, dimostrando di avere tutte le carte in regola per presentare un piano credibile, e nelle ultime settimane hanno pigiato l'acceleratore soprattutto sulla lotta all'evasione: «L'avvio della controlleria unica - riprende Pascale - ha fatto aumentare gli introiti tra marzo e aprile da 3,6 a 4 milioni. I biglietti staccati sono passati da 2 a 2,3 milioni, quasi 360mila in più. Mentre le vendite a bordo dei ticket da parte di autisti e agenti di stazione sono schizzate da 6mila di gennaio a 41.451».


Restano da affrontare ancora alcuni nodi. Dai costi di gestione della Linea 6 che non è ancora in esercizio, ai superminimi di dirigenti e funzionari che pesano, secondo l'azienda, per almeno 500mila euro l'anno, e che dovevano essere già stati tagliati, come deliberato dal Comune l'anno scorso, ai tram che giacciono fermi al deposito di San Giovanni a causa del cantiere eterno di via Marina. Incalzati dalle domande dei consiglieri comunali Aniello Esposito e David Lebro, Calabrese e Pascale hanno cercato di fare il punto della situazione. «Sui superminimi - spiega Pascale - abbiamo dato mandato all'ufficio legale di revisionare e ricontrattare tutti i trattamenti ad personam per non esporre l'azienda a eventuali ricorsi». Novità in vista anche per il ritorno dei tram. «Entro 15-20 giorni - promette Calabrese - presenteremo il piano sul completamento di via Marina per l'ingresso dei tram in città. Bisogna risolvere prima il tema della rescissione». Mentre annuncia l'arrivo di 56 bus tra agosto e fine anno. Fermamente contrari alla dismissione del Garittone i consiglieri Aniello Esposito (Pd) e Salvatore Guangi (Fi): «Isseremo le barricate. L'Anm ha perso già troppe strutture come la sede di Ponte dei Francesi, i depositi Stella Polare e Galileo Ferraris». Mentre David Lebro chiarisce: «La chiusura del Garittone non risanerà Anm, se non si parte dai veri sperperi come i superminimi. L'amministrazione arancione sulle partecipate è stata fallimentare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino