Napoli, l'arcivescovo Battaglia ai fedeli: «Coraggio! Contro ogni incertezza»

Napoli, l'arcivescovo Battaglia ai fedeli: «Coraggio! Contro ogni incertezza»
«Quando si vivono situazioni incerte, drammatiche, pericolose, quando si è condannati alla sconfitta, c'è una voce a sussurrarci ancora: coraggio! E come...

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«Quando si vivono situazioni incerte, drammatiche, pericolose, quando si è condannati alla sconfitta, c'è una voce a sussurrarci ancora: coraggio! E come vorrei sussurrare la stessa speranza a tutti coloro che si sentono confitti sulla croce della malattia: coraggio, in piedi! A quelli delusi dalla vita: coraggio, in piedi! A coloro che masticano il pane amaro del tradimento: coraggio, in piedi! A chi vede naufragare i sogni in cui ha investito senza risparmiarsi alcun sacrificio: coraggio, in piedi!» È quanto scrive, nella lettera per la Pasqua, l'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia.

«Il coraggio che ci spinge a rialzarci per abbandonare il letargo delle coscienze e respirare un vento di solidarietà che faccia nuovi i nostri mattini. Perché la delusione non ci sovrasti, l'angoscia non ci anneghi nel suo vortice, la confusione non zittisca il sale delle parole, la triste rassegnazione non prenda il sopravvento», aggiunge l'arcivescovo. «Coraggio, in piedi: per rimetterci in cammino e lasciare che, dalle ceneri dei nostri rimpianti e dalle prigioni delle nostre paure, scaturisca un fuoco nuovo in un abbraccio pieno di passione e di compassione. Vorrei, allora, che il mio augurio ti arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole. Vorrei dirti »coraggio«.

Il Signore è risorto; è davvero risorto per dirti che, di fronte a chi decide di amare, non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno che non rotoli via. Che la resurrezione sia scritta sui volti, sul tuo volto, sia scritta nella vita, nella tua vita. Il Signore è veramente risorto e continuamente risorge in ogni svolta della nostra vita. Il Dio della vita ti sorprenda. Risorga il tuo nome nella sua voce e il suo nella tua speranza. Possa tu esserne il frutto. Possa tu diventare dono per l'altro ogni giorno di più. Possa l'altro sempre meravigliarti con la sua presenza benedetta e benedicente. Possa la memoria di questa presenza risorgere in te!», conclude l'arcivescovo di Napoli. 

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Il Mattino