Omicidio a Castel Volturno per punire i nigeriani: sgominato il clan Sorianiello

Omicidio a Castel Volturno per punire i nigeriani: sgominato il clan Sorianiello
Nella mattinata odierna, i carabinieri del comando provinciale di Napoli e del reparto territoriale di Mondragone hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare...

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Nella mattinata odierna, i carabinieri del comando provinciale di Napoli e del reparto territoriale di Mondragone hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque soggetti, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di avvantaggiare, consolidandone il prestigio ed il predominio sul territorio napoletano, il gruppo camorristico Sorianiello.

Le indagini consentivano di ricostruire, in tempi rapidi, la dinamica, il movente ed i responsabili del feroce agguato in danno di due cittadini nigeriani, Desmond Oviamwonyi e Morris Joe Iadhosa, avvenuto a Castel Volturno il 10 settembre 2020. 

In particolare, si accertava che l’agguato omicida era maturato nel gruppo criminale “della 99”, articolazione del clan Sorianiello, a seguito della sottrazione di 40.000 euro di marijuana e cocaina destinate a rifornire la piazza di spaccio “della 99”, così chiamata perché sita nell’omonimo complesso abitativo del Rione Traiano, per vendicarsi del furto subito e per assicurarsi una posizione di supremazia sul territorio, in quanto la punizione dei responsabili avrebbe anche conseguito la finalità di impedire il ripetersi di episodi analoghi. 

La spedizione punitiva veniva attuata con tre diversi viaggi, andata e ritorno, da Rione Traiano a Castel Volturno, località da cui provenivano i due nigeriani. Il primo viaggio, perlustrativo della zona, dava esito negativo perché i due nigeriani non venivano rintracciati; il secondo viaggio, a seguito del quale i due venivano rinvenuti, si concludeva con l’apparente intesa da parte degli indagati di corrispondere ai due nigeriani la somma di 2.000 euro dagli stessi richiesta per la restituzione dello stupefacente; il terzo e ultimo viaggio culminava nell’omicidio di Oviamwonyi e nel ferimento di Iadhosa, estraneo alla sottrazione dello stupefacente, ma presente, insieme ad altri connazionali, all’interno del cortile dell’abitazione. 

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Il Mattino