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La cocaina colombiana è di qualità inferiore rispetto a quella boliviana ma se opportunamente miscelata «...esce la bomba atomica...». Ne è convinto il narcos Simone Bartiromo che dopo l'arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone era diventato un punto di riferimento del traffico di stupefacenti.
La circostanza emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda e notificata oggi dal nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Napoli e Bartiromo, insieme con il boss Simone Soraniello, sono due dei tre indagati (il terzo è deceduto) a cui non il provvedimento non è stato notificato in quanto irreperibile.
Il clan Soraniello del rione Traiano di Napoli preferisce la cocaina boliviana perché secondo le voci di mercato sarebbe di qualità superiore e i militari dell'arma sono riusciti a intercettare le conversazioni durante le quali il boss Soraniello e il narcos Bartiromo parlano di una chat privata che utilizza il sistema di codifica encrochat (quello adoperato anche dal narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale).
Bartiromo (che è della provincia, di Marano di Napoli) riferisce di essersi inserito nell'ambito dell'organizzazione camorristica di Secondigliano che fa capo a Giovanni Cortese, detto «ò cavallaro».
Non solo.
Il Mattino