Napoli, 26 arresti nella notte: racket e traffico di droga con le 'ndrine calabresi, sgominati due clan

Napoli, 26 arresti nella notte: racket e traffico di droga con le 'ndrine calabresi, sgominati due clan
Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del comando provinciale di Napoli stanno eseguendo, nelle province di Napoli, Salerno, Imperia, Cosenza, Ancona e Reggio Emilia,...

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Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del comando provinciale di Napoli stanno eseguendo, nelle province di Napoli, Salerno, Imperia, Cosenza, Ancona e Reggio Emilia, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dall’ufficio Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napolinei confronti di 26 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di aver fatto parte di due distinte organizzazioni criminali operanti su Poggiomarino e nei comuni napoletani limitrofi, in lotta tra loro per l’egemonia sul territorio. 

Al sodalizio storicamente presente su quel territorio, riconducibile al clan Fabbrocino, si è affiancata e contrapposta una nuova entità criminale, con l’obiettivo di ricercare autonomi spazi delinquenziali. In tale contesto, sono state documentate attività connesse con numerose estorsioni e intimidazioni, anche con esplosi dei colpi d’arma da fuoco; un importante traffico di sostanze stupefacenti, accertando canali di approvvigionamento anche con le ‘ndrine calabresi. 

Contestualmente, è in atto un sequestro preventivo di beni e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

Le indagini della Dda di Napoli sulle due organizzazioni criminali attive nel territorio di Poggiomarino hanno permesso di fare luce su un agguato avvenuto l'11 marzo 2017 in pieno centro a Poggiomarino. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a organizzare l'agguato furono i sodali del clan di Rosario Giugliano, detto «'o minorenne», alla guida di un nuovo gruppo criminale contrapposto a quello riconducibile ad Antonio Giugliano, detto «ò savariello», solo omonimo di Rosario. Desideroso di appoggi criminali, Rosario Giugliano ha intrapreso alleanze con i Batti di San Giuseppe Vesuviano e con gruppi criminali dell'agro nocerino sarnese, in particolare con i Ferraiuolo di Pagani mentre, in virtù dell'ascendenza con il potente clan Moccia di Afragola, ha rivendicato maggiori spazi operativi arrivando più volte allo scontro con il clan di Antonio Giugliano, retto dal figlio Giuseppe Giuliano Giugliano. In tale situazione di fluidità criminale si colloca l'agguato alla Caffetteria Giugliano, avvenuto l'11 marzo 2017 in pieno centro a Poggiomarino, con colpi di pistola esplosi ad altezza d'uomo. Il commando, spiegano gli investigatori, ha agito nella convinzione che Giuseppe Giuliano Giugliano fosse all'interno del bar e quindi allo scopo di ridimensionare la sua figura criminale.

Rosario Giuliano è ritenuto dalla Procura Antimafia a capo di uno dei due gruppi malavitosi sgominati oggi. Gli incontri con Teresa Caputo (madre del cantante neomelodico Alfonso Manzella, alias «zuccherino, finito ai domiciliari per avere sparato contro delle persone) avvenivano in una ludoteca a causa del fatto che la donna portava con se un figlio minorenne. Rosario Giuliano è stato scarcerato nel marzo del 2020, dopo un periodo di detenzione durante il quale ha avuto la possibilità di godere anche dio alcuni permessi. Una volta uscito di carcere, Rosario Giuliano, ha stabilito in una mansarda di Pagani, in provincia di Salerno, la sua centrale operativa: lì però la Squadra Mobile di Salerno è riuscito ad intercettarlo e a fare luce sui suoi traffici e anche sul tentativo di uccidere un ex collaboratore di giustizia.
 

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Il Mattino