Napoli, auto precipitata a Posillipo, Luca fa subito autocritica: «Serviva più responsabilità»

Napoli, auto precipitata a Posillipo, Luca fa subito autocritica: «Serviva più responsabilità»
«Dovevamo essere più responsabili». Luca Mastroianni parla con un filo di voce dal letto di ospedale dove è ricoverato, nel trauma center del Cardarelli....

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«Dovevamo essere più responsabili». Luca Mastroianni parla con un filo di voce dal letto di ospedale dove è ricoverato, nel trauma center del Cardarelli. Non ricorda nulla dell'incidente ma spiega convinto che «avrebbero dovuto essere tutti più coscienziosi». Nella sua mente si mescolano una sensazione di «profonda tristezza», tanta confusione e qualche immagine rimasta impressa prima dello schianto.


IL RACCONTO
«Ricordo che ero accanto al conducente e che l'auto è andata a finire sul marciapiede ma subito dopo c'è un black out - racconta Luca - stavamo tornando da una serata trascorsa in un locale a Coroglio e nessuno di noi aveva esagerato con gli alcolici». Al fianco del 20enne c'è stata, fin dai primi momenti del ricovero, la mamma Rosalba. «Ho sentito mio figlio alle 6 del mattino, quando mi ha detto che stava mangiando un cornetto con gli amici e sarebbe tornato presto a casa», spiega la donna che proprio venerdì sera aveva accompagnato Luca ai baretti perché al figlio non andava di prendere l'auto. «Ci siamo sentiti come sempre tramite messaggi e al telefono ma quando mi sono alzata alle 8 del mattino ho visto che lui non c'era - continua la mamma - qui a casa abbiamo un'abitudine, mio figlio spegne la luce in corridoio quando si ritira e invece la luce era ancora accesa». Quello è stato il momento in cui Rosalba ha pensato al peggio e, con il cuore in gola, ha chiamato il figlio sul cellulare. «Mi ha risposto la polizia e sono corsa al Cardarelli- conclude - bisogna capire tante cose riguardo l'incidente ma posso dire che mio figlio non ha mai dato problemi di nessun tipo, di certo da oggi in poi non si dovrà fidare di nessuno alla guida, meglio prendere un taxi».

 
LA PAURA

Rosalba, nonostante il dolore e la preoccupazione può tirare un sospiro di sollievo, non è lo stesso per i genitori di Rossella Amato. «Rossellina è giovane e questo ci fa sperare che recuperi presto ma siamo tutti in ansia per lei - spiega Massimo, il padre della 21enne in Rianimazione - l'altra sera avevo avuto una sensazione strana, quando le ho scritto i messaggi su whatsApp». Il papà della ragazza le aveva scritto all'alba, orario in cui si era svegliato per recarsi al lavoro in un garage di via Petrarca. «Aveva finito di lavorare alle 3.30 e nonostante le mie raccomandazioni di riposare e non esagerare con le uscite, era andata con gli amici a Posillipo - racconta Massimo - quando le ho scritto la prima volta mi ha detto che avrebbe dormito a casa di Aurora ma da genitore non mi aveva convinto». Le risposte telegrafiche di Rossella insospettiscono il padre. «Quando ho cercato di ricontattarla intorno alle 9, non rispondeva più - continua Massimo - dopo poco mi ha chiamato la polizia ed è cominciato il nostro incubo». «Rossella esce con persone di cui si fida, sono amici da tempo - spiegano - si tratta di bravi ragazzi, non ce la sentiamo di dire nulla su nessuno». Anche Carmine Scarciello, padre di Stefano, il 20enne alla guida dell'auto, spiega che il figlio è un ragazzo tranquillo, senza vizi o brutte abitudini. «Quando mi sono svegliato al mattino non mi sono preoccupato perché capita che Stefano possa dormire a casa di amici - chiarisce il papà, che gestisce una vineria a Chiaia - sono stato avvisato dalla polizia verso le 9,30. Come ho detto agli agenti, mio figlio non è un alcolizzato e i test su possibili usi di sostanze stupefacenti sono risultati negativi». Stefano «è un ragazzo che lavora e studia Economia all'Università, non ha mai dato problemi», aggiunge.
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Il Mattino