Luisa, la madre di Salvatore, il ragazzino picchiato violentemente sabato notte sul lungomare, piange quieta. China sul letto del figlio appena operato al setto nasale, lo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Signora, come ha saputo dell'aggressione?
«Sabato notte ero a letto quando è squillato il telefonino. Era l'1,30 il numero non era quello di mio figlio, ma il cuore mi è saltato in gola. Ho capito subito che era successo un guaio. Poi ho sentito la voce di Salvatore: mamma non ti preoccupare mi ha detto ma vieni subito in ospedale. Ho pensato al peggio. Quando l'ho visto era ricoperto di sangue. Lui mi ha rassicurato: è solo il naso, mi ha detto. Ma io mi sono sentita morire. Una mamma non dovrebbe vivere così. Ci vuole più sorveglianza, sono necessarie più telecamere, più forze dell'ordine in strada. Questa è una città crudele, noi genitori non possiamo vivere nel terrore. E ad altri ragazzi non deve succedere quello che è successo a mio figlio e tanti altri prima di lui».
Poteva andare anche peggio...
«Lo so. Ma questo non mi consola. Mio figlio era uscito a fare una passeggiata ed è finito in ospedale, non sa nemmeno lui perché. Non conosceva quelli che lo hanno picchiato, non conosce il motivo dell'aggressione. Una serata con gli amici non può e non deve finire così».
Salvatore è preoccupato?
«Quando è arrivato in ospedale lo hanno medicato, ma lui per ventiquattro ore non è riuscito a dormire, poi è crollato in un sonno agitato, per svegliarlo abbiamo dovuto scuoterlo, era senza forze. Ed è molto spaventato. Io mi domando: che cosa succederà adesso? Come reagirà al trauma? Riuscirà a riconquistare la serenità e a vivere tranquillamente la sua età? E io che farò la prossima volta che lui uscirà con gli amici?».
Suo figlio non era mai stato coinvolto in risse?
«No, mai. Lui è un ragazzo come tanti, ha diciassette anni e sogna di fare il tatuatore, ma io non so se potremo mai permetterci di pagargli un corso di formazione. È molto bravo nel disegno, ha frequentato l'istituto d'arte Palizzi e ha una grande manualità. I libri, invece, non fanno per lui. Per questo, per il momento, dà una mano in un bar. Così, almeno, non resta a non far niente in strada. Ma io spero di riuscire ad aiutarlo a realizzare il suo sogno».
Conosce i suoi amici?
«Certo. Frequenta i ragazzi del centro storico, dove abitiamo. La fidanzatina, invece, è del Vomero ed è iscritta al liceo classico. Ragazzi normali, come tanti. E allora io mi domando: si può finire in ospedale così, senza un perché? È giusto che una madre rischi di perdere il figlio per colpa di un gruppo di sbandati? La sera in cui Salvatore è stato picchiato ad aggredirlo erano in tanti. La scena si è svolta sul lungomare, in un posto affollato. Ma nessuno lo ha aiutato. A poca distanza c'era anche una pattuglia delle forze dell'ordine, lui si è avvicinato, ha chiesto aiuto. Gli hanno risposto: adesso arriva l'ambulanza. Ma a portarlo in ospedale è stato uno sconosciuto su di un motorino. Che cosa si aspetta a fermare questa violenza che mette a rischio la vita dei nostri figli?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino