Napoli, il bar del capello di Maradona vicino alla chiusura: «Conti in rosso»

Napoli, il bar del capello di Maradona vicino alla chiusura: «Conti in rosso»
Non bastano la buona volontà, la tradizione, la storia e la notorietà che arriva addirittura oltreoceano per salvare un'impresa dal grande inverno del Covid. Il...

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Non bastano la buona volontà, la tradizione, la storia e la notorietà che arriva addirittura oltreoceano per salvare un'impresa dal grande inverno del Covid. Il Bar Nilo «è prossimo alla chiusura. Ho i conti in rosso per decine di migliaia di euro». Bruno Alcidi, titolare del bar del Capello di Maradona nel centro storico, tiene lo sguardo basso mentre confessa questa angosciante realtà dei fatti. Tanti esperti del settore avvisano che il quadro completo dei danni inferti dal virus alle imprese diventerà chiaro solo una volta che il Paese sarà uscito dal lungo tunnel della pandemia, ma qualche segnale c'è già. Il Bar Nilo, appunto, e per diversi motivi, è un esempio cruciale in questo senso: una vittima illustre del Covid.

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IL CENTRO IN CRISI
Prima di tutto, c'è la grande crisi del centro storico. A crollare è stata, in particolare, l'economia di quella fetta di Napoli che nel pre-Covid era stata investita dal boom di visitatori e fatturato, quei vicoli di città invasi da miriadi di turisti provenienti da ogni angolo del pianeta. Proprio dove c'era stata una proliferazione di nuove attività tra 2015 e 2019 (Decumani e dintorni) le ferite del Covid sono e saranno più profonde. Al quadro vanno aggiunte le centinaia di strutture ricettive extralberghiere che hanno chiuso i battenti o che non saranno in grado di affrontare altri mesi di restrizioni e mancati introiti. Il centro di Napoli, in sostanza, è vuoto e grida aiuto. «In via dei Tribunali non passa più nessuno spiega Alcidi mi sembra di essere entrato in un incubo dal quale non mi sono più risvegliato. Contrariamente ad altre zone della città, l'indotto in via dei Tribunali, San Biagio dei Librai e dintorni non arrivava dai napoletani, ma da turisti. Tutt'al più a spendere qui erano gli studenti universitari, che sono evaporati con la didattica a distanza». A confermare queste parole, c'è lo stuolo di copisterie in crisi a pochi passi dal bar Nilo. Il centro storico, in altre parole, è il centro della crisi. Nel cuore del cuore di Napoli sono decine le imprese che si trovano, purtroppo, nelle stesse condizioni del Bar Nilo.


IL BAR NILO


Dunque, torniamo al Bar Nilo. L'ultimo sussulto del locale è recente, e risale alla morte di D10s. Solo pochi mesi fa, Alcidi rialzò la saracinesca per un giorno, tra 25 e 26 novembre, per mettersi in collegamento con radio e tv argentine e commentare la scomparsa di Maradona. Raccontò di nuovo al mondo intero la storia della «reliquia del Pibe de Oro ricorda lui stesso e di come ebbi il coraggio di prendere un capello dal sedile di Maradona su un aereo di ritorno da Milano, dopo una partita giocata dal Napoli a San Siro. Quando a novembre riaprii per mettere un fiore alla cappella, tanti tifosi mi avevano giurato che sarebbero venuti a salutare di persona la mia reliquia di Maradona prima possibile, una volta finita la pandemia». Negli anni, migliaia di visitatori da ogni nazione erano andati a rendere omaggio all'altare sacro e insieme profano che Alcidi aveva dedicato a Diego. Un'edicola che oggi rischia di rimanere al buio. «Cosa vuole che le dica? conclude Alcidi, snocciolando numeri nudi, crudi e inappellabili Ho provato a chiedere dei prestiti alla banca, ma non mi hanno concesso nulla. Ho percepito 2000 euro di ristori a dicembre. Poi basta. Le spese però sono rimaste immutate: tra bollette e affitti arrivano a 5mila euro al mese. In questi giorni di zona arancione ho incassato tra i 37 e i 50 euro quotidianamente. Sono in rosso di 50mila euro. Capisce perché la chiusura è ormai quasi certa? Con la zona rossa da lunedì non resterò aperto per l'asporto, visto che chiuderanno anche quei pochi commercianti che ormai costituivano la totalità della mia clientela. Dopo la fine di questa imminente zona rossa, onestamente, non so proprio se il Caffè del Capello di Maradona esisterà ancora». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino