«Nonostante il servizio di vigilanza armata predisposto dall'Eav, la presenza presso la stazione di barboni, questuanti, borseggiatori e tossicodipendenti non è...
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I vigilantes privati non bastano. E nemmeno il poliziotto virtuale, quello che si vede dallo schermo proprio a Porta Nolana e che sorveglia l'impianto grazie alle telecamere. Del resto, la stazione di smistamento delle 6 linee della Circumvesuviana ci mette davvero poco a diventare terra di nessuno, quasi tutte le sere. Basta arrivare alle 19,30, l'orario in cui Michele chiude la sua edicola e torna a casa: sono sue le ultime luci accese del piazzale antistante la stazione. Abbassate le sue serrande, non resta che il buio. Fino alle 22.40 circa, quando parte l'ultimo treno per Sorrento, rimanere a Porta Nolana vuol dire accettare la compagnia di extracomunitari vagabondi, ragazzini con le canne tra le mani, soprattutto clochard. La decana dei senzatetto non c'è più: Maria era la donna che, davanti alla stazione, si denudava e faceva i suoi bisogni. Sporcava e si sporcava. Poi i servizi sociali hanno fatto il loro dovere: oggi la donna è accudita in un centro di accoglienza a Giugliano. «Sta abbastanza bene, è anche dimagrita. È stato un caso positivo, ma qui di sera tutti hanno paura», dice l'edicolante. Il presidio, in realtà, c'era: ma sono passati quasi 20 anni da quando fu smantellato, colpa della crisi e dei soldi che mancavano. Ora l'Eav vorrebbe istituirlo a proprie spese: mette a disposizione il locale, i computer, la linea telefonica. Il poliziotto (o carabiniere) non dovrebbe nemmeno rincorrere ladri e scippatori: anche se non mancano, in realtà abbondano soprattutto a piazza Garibaldi o in alcune stazioni periferiche, come Barra e Gianturco. Qui invece si sono verificati casi di scippi mentre i passeggeri erano in treno: il tempo di far aprire e chiudere le porte e il telefonino o la borsetta sparisce.
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Il Mattino