«Non credete al successo facile, quello fatto di scorciatoie: non vi lascerà nulla. Inseguite invece i sogni e credete in un percorso costruito giorno dopo giorno...
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«Essere qui oggi - ha sottolineato Bolle - è un grande onore, è qualcosa che mi arricchisce particolarmente. Entrare nello specifico di questa realtà fa bene a entrambi: a voi per l'attenzione mediatica, con i riflettori che si accendono su Forcella, a me per l'arricchimento umano che mi state dando. Sento la responsabilità - ha proseguito Bolle - di fare qualcosa a livello umano e civico per dare dei messaggi che, specie nel momento storico che viviamo, mi sembrano più importanti che mai». Bolle ha ricordato la sua esperienza di enfant prodige della danza costruita attraverso un percorso fatto di sacrifici. «La strada lunga è una strada difficile - ha sottolineato l'etoile - fatta di sofferenza, sin da bambino. Ho lasciato la famiglia a 11 anni per andare a Milano e ho dovuto fare tante rinunce da ragazzo per conciliare scuola e accademia. Vedevo i miei amici che vivevano un'adolescenza normale fatta anche di svaghi. Cosi non è stato per me che ho avuto un'adolescenza dura, pesante, con tante ore di studio al giorno. Ma senza quei passaggi non avrei avuto gli strumenti per dimostrare il mio valore sul palco dove si è da solo. A 21 anni - ha ricordato - ero già primo ballerino ma già a 19 dovevo dimostrare di poterlo fare. Dietro la danza c'è molto dolore e tanti limiti fisici che non si vedono ma ci sono. Ma alla fine di questo percorso nessuno mi toglierà quello che ho fatto».
«Non c'è la volontà politica di sostenere la cultura nel nostro Paese, ed è un peccato perché in questo campo ci sono delle eccellenze che rischiano di chiudere e che fanno parte del nostro dna» ha proseguito Bolle. «È un discorso che riguarda tutte le arti - ha aggiunto - ma io posso parlare in particolare della danza e qui in pochi anni abbiamo assistito alla chiusura di due compagnie. Gli enti lirici in Italia - ha proseguito il primo ballerino della Scala di Milano - hanno grande difficoltà e sono a rischio chiusura e chissà quanto ancora resisteranno. Personalmente - ha concluso - avverto la responsabilità di dover fare delle battaglie come questa che ritengo giuste».
Infine, una riflessione sul momento che sta attraversando Napoli: ieri la sparatoria all'interno di un ospedale, qualche giorno prima il ferimento della piccola Noemi. «Forcella ha bisogno di messaggi positivi per i ragazzi - ha detto a margine dell'appuntamento - di far capire loro il valore del sacrificio quotidiano per essere migliori.
Il Mattino