Rifiuti | Caldoro sfida De Magistris: «La Campania è virtuosa ma Napoli è una zavorra»

Rifiuti | Caldoro sfida De Magistris: «La Campania è virtuosa ma Napoli è una zavorra»
(foto: archivio) Lancia bordate a de Magistris sui rifiuti, attacca il Pd sulla drammatica storia della piccola Irene e...

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(foto: archivio)



Lancia bordate a de Magistris sui rifiuti, attacca il Pd sulla drammatica storia della piccola Irene e annuncia mille nuove assunzioni nella sanità. Mentre sulle Regionali avverte: «Nulla è scontato, neppure la mia ricandidatura». Stefano Caldoro parla a tutto campo nel giorno dell'annuncio ufficiale della visita del Papa a Napoli e del miracolo di San Gennaro: «L'ho seguito in diretta streaming perché ero impegnato a Palazzo Santa Lucia sulle vertenze del lavoro».



Rifiuti.

«Stiamo facendo passi avanti, però Napoli stenta. La Campania è oggi tra le prime sei regioni per le percentuali di differenziata e ciò ci consentirà di avere più fondi. Eppure in città il porta a porta non decolla, se anche qui ci fossero stati dieci punti in più avremmo ottenuto maggiori premialità».



Verso le elezioni

Sulla sua ricandidatura alla presidenza della Regione, considerata da tutti scontata, Caldoro non si sbilancia. E a chi ipotizza una nuova possibile sfida con il sindaco di Salerno De Luca, risponde: «Il gioco è più aperto di quanto si possa pensare. La situazione è più complessa e possono esserci trasformazioni rapidissime. Sbaglia chi si basa su posizioni consolidate. Il quadro politico determinerà molto più delle scelte personali, non è detto che da qui a qualche mese non ci possa essere qualche novità».





Il caso Irene

Il terreno dello scontro è la dolorosa vicenda della piccola Irene, che soffre di una grave malattia cardiaca e che è stata costretta ad emigrare a Bologna per essere sottoposta alle necessarie cure.

Caldoro, replicando alle critiche mosse dal consigliere regionale del Pd Antonio Marciano, è durissimo: «Sono indignato per la strumentalizzazione che è stata fatta su una bambina di due anni e rifiuto l'idea che una vicenda umana così delicata possa essere usata dalla politica». Secondo il presidente della giunta, infatti, «la decisione spettava ai medici e alla famiglia. Il trasferimento è stato la scelta più giusta. Occorreva pensare alla salute della bambina che va curata nella maniera migliore e il Monaldi in quel momento non era in grado di farlo». Perché? «Tutta colpa di una stupida norma del governo che ha imposto il blocco del turn over. Il paradosso è che abbiamo i fondi in cassa ma non possiamo spenderli».



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