C'è chi non ha dato il consenso ad acquisire gli atti e tanto è bastato a riportare tutto allo start iniziale. Come al gioco dell'oca, anche nelle aule del...
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Siamo alla fine del decennio scorso, in una fase particolarmente cruenta della guerra di camorra a Napoli (nel 2007 più di cento omicidi nell'area metropolitana), il caso Napoli è quanto mai centrale nell'agenda politica nazionale, ma anche tra le voci degli investimenti. È il periodo in cui si organizzano tavoli tecnici per realizzare quello che viene presentato come il progetto del secolo, una struttura in grado di dare la giusta risposta a camorra e babygang: la cittadella della polizia, una specie di quartier generale da allestire nei locali della ex manifattura del tabacco, in zona Gianturco. E non era l'unica struttura da mettere in cantiere, agli atti anche il progetto per il Cern di Capodimonte, in grado di assemblare i dati delle intercettazioni e degli impianti di videosorveglianza. Progetti solo abbozzati, mai decollati, ma finiti al centro delle indagini della Dda di Napoli (inchiesta nata nel Casertano, sull'onda d'urto di rapporti tra camorra e pubblici ufficiali), a cui si aggiungono anche soluzioni poi realizzate, come il commissariato Decumani. È in questa vicenda che vengono coinvolti l'ex questore di Napoli Oscar Fioriolli e l'ex provveditore alle opere pubbliche Mario Mautone, oltre a decine di funzionari pubblici e imprenditori (difesi, tra gli altri, dai penalisti Bruno Botti, Guido De Maio, Fabio Carbonelli, Alfonso Furgiuele, Giuseppe Fusco, Arturo e Enrico Frojo, Giovan Battista Vignola) che attendono di conoscere il loro destino processuale.
Se ne riparlerà il prossimo 21 febbraio, quando - dinanzi a un nuovo collegio - si darà inizio per la seconda volta al dibattimento. Di nuovo notifiche in mezza Italia, convocazione di testimoni, mentre la mannaia della prescrizione è pronta ad abbattersi su una ex inchiesta monstre. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino