Napoli capitale della mafia, prima querela contro Celentano e Canale 5

Napoli capitale della mafia, prima querela contro Celentano e Canale 5
Sui social e sulla pagina Facebook di Enrico Schettino è intervenuto l’avvocato Angelo Pisani dell’associazione Noiconsumatori, che con l’avvocato...

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Sui social e sulla pagina Facebook di Enrico Schettino è intervenuto l’avvocato Angelo Pisani dell’associazione Noiconsumatori, che con l’avvocato penalista Sergio Pisani, difenderà Napoli e i napoletani dal ingiustificabili offese di Celentano tramite la trasmissione di Canale 5 che ha diffuso tale illegittima condotta e amplificato i danni del personaggio: «Abbiamo dato incarico ai nostri consulenti di scaricare e trascrivere i file e video della trasmissione di Canale 5 in cui per aumentare audience si è svolto un ingiustificabile spettacolo in danno dell’immagine di Napoli e dei napoletani. Civilmente e soprattutto in sede giudiziale tali gratuite e dannose offese amplificate dalla tv devono essere stigmatizzate e punite secondo legge se non si vuole trasformare la tv e lo spettacolo in un amplificatore di insulti e violenza verbale». 


Ancora, Pisani spiega così le motivazioni della querela: «Non si può parlare senza controllo e dare appellativi di mafia (cancro del mondo e non di Napoli) per proprio uso e profitto, ma purtroppo certe persone fanno informazione e business in questo modo e quindi preferiamo vederle solo in tribunale. Con il risarcimento danni e con i loro soldi, si spera accompagnati da scuse e pentimento quanto prima visto che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, si potranno realizzare tanti spettacoli iniziative sociali a tutela della vera arte della canzone e del cinema e anche dello sviluppo turistico di Napoli. Celentano ha usato la parola mafia per identificare la città di Napoli offendendo gratuitamente Napoli e napoletani in maniera ingiustificabile e tale condotta è stata trasmessa a tutti da Canale 5 i cui responsabilinon sono intervenuti per censurare e cessare tali violazioni né il giorno dopo hanno chiesto scusa. In casi del genere chi ha la responsabilità dell’organizzazione interviene e ferma il conduttore, l’ospite e il pubblico e non dà modo di sviluppare condotte illegittime e, comunque, ci si dissocia subito non approfittando solo dell'audience».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino