Napoli è «sommersa» dalle auto: il triplo di Roma e più di Milano

Napoli è «sommersa» dalle auto: il triplo di Roma e più di Milano
Napoli è la città d'Italia con la più alta densità di vetture in circolazione: tre volte più di Roma, due più di Palermo, superiore...

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Napoli è la città d'Italia con la più alta densità di vetture in circolazione: tre volte più di Roma, due più di Palermo, superiore perfino a Milano e alla capitale dell'automobile, Torino. I dettagli della statistica sul numero di vetture per chilometro quadro li leggete nel grafico qui di fianco, sono stati resi noti qualche giorno fa da Palazzo San Giacomo; i risultati di quest'assurdo assembramento di auto lo provano i napoletani sulla loro pelle ogni giorno. Con numeri così elevati è impossibile evitare che ci sia la paralisi quotidiana: le strade sono quelle che sono, i cantieri invadono ogni angolo di Napoli, l'inciviltà di certi automobilisti è sotto gli occhi di tutti, i vigili urbani sono sempre di meno e sempre più anziani.


LA SVOLTA
A dire la verità il dato della densità di auto non è estremamente puntuale, lo ammette lo stesso Comune di Napoli che in una serie di documenti ufficiali chiarisce come in alcune zone particolarmente urbanizzate e intensamente abitate, la densità di auto per chilometro quadro sia quasi triplicata rispetto alla statistica ufficiale: «Considerata l'effettiva distribuzione della popolazione sul territorio, nelle zone della città fortemente urbanizzate si registrano densità di auto di 11mila vetture per chilometro quadro», è scritto in un accuratissimo report di accompagnamento al Pums, il piano urbano di mobilità sostenibile che dovrebbe essere la bibbia degli Amministratori della città e che, invece, viene guardato poco spesso e senza troppo interesse.
Secondo quel documento il Comune di Napoli dovrebbe, tra altre centinaia di attività, impegnarsi con vigore per favorire il trasporto pubblico e raggiungere, entro il 2025 lo storico risultato di ridurre drasticamente il numero di auto in circolazione: attualmente c'è una vettura ogni due abitanti, nel giro di quattro anni il valore, nelle proiezioni del Comune, dovrebbe essere dimezzato o almeno, ridotto a una vettura ogni tre abitanti.

I COSTI
In realtà a Napoli circola anche il parco vetture più vecchio dell'intero Paese, qui le auto da euro 0 a euro 2 rappresentano più della metà del totale, sono il 54% (dati ufficiali del Comune) contro il 30% della media italiana. Insomma, le auto non sono solo tantissime, ma anche estremamente vecchie e inquinanti.
Ma c'è un dettaglio che rende ancora più difficile ingoiare il rospo del caos automobilistico napoletano, è legato al risparmio che potrebbe essere generato da una maggiore efficienza del trasporto pubblico locale. Secondo Lo studio The European House - Ambrosetti in collaborazione con Fs Italiane, offrire ai napoletani un'alternativa valida e convincente all'utilizzo dell'auto implementando il trasporto collettivo, produrrebbe un risparmio valutato in circa 405 milioni di euro all'anno: impressionante, vero?

LA PROVINCIA
Invece il trasporto pubblico napoletano è poco incisivo e assolutamente inaffidabile, con la conseguenza che l'auto la prendono tutti, anche chi viene dalla provincia ogni giorno per lavorare o studiare in città. Così al peso già insostenibile delle auto dei napoletani in circolazione, si aggiunge un carico superiore alle 150mila auto al giorno che fanno il loro ingresso a Napoli e si mettono in fila con tutte le altre nel traffico partenopeo.


Insomma, il caos è quotidiano e sotto gli occhi di tutti, le soluzioni restano nel cassetto dei sogni e nei documenti ufficiali che non si trasformano mai in realtà. Gli obiettivi del piano di mobilità del Comune di Napoli sarebbero, tra l'altro, ridurre del 25% le emissioni di Co2, abbassare del 30% il numero di spostamenti in auto, incrementare i parcheggi di interscambio per limitare gli accessi al centro, consentire la consegna delle merci in città solo con veicoli a impatto ambientale zero, ridurre le vittime da incidenti stradali del 50% in un primo periodo e portare quel numero a zero entro il 2050: belle idee, vero? Magari bisognerebbe anche realizzarle. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino