Napoli città senza regole: «Ecco le mille illegalità dai graffiti agli abusivi»

Passeggiando per il centro storico si ha l'impressione che il numero di venditori ambulanti sia in progressivo e costante aumento

Condizionatori e graffiti deturpano la targa
Piccoli e grandi abusi in una città dove il rispetto delle regole non è mai scontato. Abbiamo raccolto alcune immagini - dal centro storico a Chiaia - che...

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Piccoli e grandi abusi in una città dove il rispetto delle regole non è mai scontato. Abbiamo raccolto alcune immagini - dal centro storico a Chiaia - che rappresentano in maniera concreta la facilità, e la disinvoltura, con la quale ognuno fa esattamente quello che gli pare. Succede così - ma è solo uno dei tanti esempi - che a due passi dal monastero di Santa Chiara, tra centinaia di turisti a passeggio e pezzi di arte e di storia a cielo aperto, facciano capolino i motori degli impianti dell'aria condizionata di negozi, bar e ristoranti che - in barba a qualunque regolamento - vengono collocati là dove l'installazione risulta più agevole. Poco importa se poi rovinano e deturpano il nostro antico patrimonio, quel che conta è stare al fresco.

E non sarà un gran problema se perfino la targa di marmo che indica via San Biagio dei Librai è parzialmente coperta da ben due motori come si vede con chiarezza nella foto che pubblichiamo. La legge in questi casi prevede la rimozione immediata dell'abuso ma è chiaro che prima di pretendere l'applicazione della norma, bisognerebbe andare a fare un controllo. Ma andiamo avanti. Le segnalazioni sono tante. L'imprenditore Paolo Serpone, della storica famiglia che dal 1820 si occupa di arredi e paramenti sacri, denuncia le condizioni in cui si trova buona parte del centro storico: «Spero che per la festa dell'Immacolata, quando a Napoli si riverseranno migliaia di visitatori, si dia almeno una ripulita alle strade. È chiaro che non sarà possibile liberarle dalle bancarelle, e da chi ormai vende oggettistica di ogni tipo, men che meno dagli abusi di commercianti e ristoratori, ma almeno una passata di acqua e sapone sotto i portici della Galleria Principe di Napoli, e lungo via Duomo, si potrebbe anche fare. La mattina - aggiunge - vi assicuro che la puzza è insopportabile». È sempre l'imprenditore a segnalare - tra le altre - la naturalezza con la quale si piazzano all'esterno delle singole attività commerciali oggetti e gadget di ogni tipo e soprattutto di ogni dimensione. Esempio: sono titolare di un bar. E allora monto una grande tazzina da caffè in plastica all'esterno del mio locale per attirare l'attenzione di turisti e passanti con la speranza di potenziare gli affari. Oppure - e le immagini a corredo della pagina ne sono testimonianza - per folclore e buon augurio decido di installare un corno rosso fuoco, altezza uomo, nel bel mezzo di piazza San Domenico Maggiore. «È possibile? La legge lo consente? - si domanda Serpone - E aggiungo: siamo tutti liberi di montare e smontare quello che ci pare in una piazza, lungo un marciapede, sul muro esterno di una chiesa, solo perché siamo titolari di un'attività commerciale?». 

L'imprenditore sa bene che tutto ciò non dovrebbe, e non potrebbe, essere consentito ma - aggiunge - «qui a Napoli funziona così e, prima o poi, dovrò smetterla di meravigliarmi. Fino ad allora, però, continuerò a indignarmi e a dire la mia». Andiamo avanti. Passeggiando per il centro storico si ha l'impressione che il numero di venditori ambulanti sia in progressivo e costante aumento. Non più solo nei pressi delle chiese (vedi il monastero di Santa Chiara) ma ormai quasi nelle chiese. Basta guardare la quantità di oggetti in vendita sulle scale di San Nicola al Nilo, in via San Biagio dei Librai, di fronte a palazzo Diomede Carafa, in una delle strade più caratteristiche e attraversate della città: secondo i tour operator tra le mete preferite dai turisti. Sulla doppia rampa di accesso è possibile acquistare di tutto: dalle magliette con il volto di Diego Armando Maradona alle custodie per i cellulari e perfino rotoli di carta igienica colorata, dai fermagli per capelli a bracciali, orecchini e collane. Shopping selvaggio e a poco prezzo, tutto a un euro, anche alle spalle del palazzo del Monte di Pietà, nel centro di Spaccanapoli. A fondarlo nel 1539 fu un gruppo di nobili napoletani con l'intento di concedere prestiti gratuiti su pegno ai bisognosi. Qui oggi è stato allestito un bancarellificio in piena regola. E le tende avvolgibili, per proteggere la mercanzia, vengono agganciate allo storico edificio. 

Cambiamo zona. Dai Decumani a viale Gramsci il passo è breve. Altra domanda: è possibile che un negozio di fiori e piante invada letteralmente un tratto di strada con decine e decine di alberi di Natale in attesa di essere venduti? Anche in questo caso le foto sono eloquenti. Le piante occupano, giorno e notte perché ovviamente è impossibile spostarle, anche l'area che sarebbe destinata al passaggio pedonale. Situazione analoga in via Petrarca. Non a questo livello ma pure qui un lungo tratto di marciapiede è occupato da un fioraio che lo utilizza come fosse la vetrina del suo negozio. Si può fare? Se è consentito nessun problema. Bisognerà solo avvisare i pedoni, e magari anche chi spinge un bimbo in passeggino, che sarà necessario camminare altrove. 

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Il Mattino