Stop all'eccesso di parti cesarei a Napoli. La Regione minaccia di togliere accreditamento a Sanatrix e Internazionale

Stop all'eccesso di parti cesarei a Napoli. La Regione minaccia di togliere accreditamento a Sanatrix e Internazionale
Eccesso di parti cesarei, partono i controlli: la Regione torna a puntare il dito su una delle storiche e consolidate aree dolenti della Sanità regionale, presente sia...

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Eccesso di parti cesarei, partono i controlli: la Regione torna a puntare il dito su una delle storiche e consolidate aree dolenti della Sanità regionale, presente sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private. Un nodo che da solo vale la penalizzazione di alcuni punti sulla speciale pagella dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) il cui basso valore impedisce ancora alla Campania di uscire dal tunnel del Piano di rientro dal debito e così di superare le restrizioni del commissariamento. «In relazione al problema dell’ eccesso di parti cesarei primari, la Regione ha deciso di procedere alla revoca degli accreditamenti per le strutture che si discostano in maniera abnorme dalla media nazionale e regionale – scrive in una nota Palazzo Santa Lucia – e a tal fine è partita l’attività di verifica e controllo».



L’ufficio ispettivo centrale della Regione chiederà dunque, nelle prossime ore, la documentazione giustificativa del numero di parti cesarei primari (ossia non conseguenti a una complicanza che renderebbe invece, la procedura dovuta, anzi consigliata) alle seguenti strutture private accreditate: la Casa di cura San Paolo di Aversa, l’Ospedale Internazionale di via Tasso a Napoli e la Clinica Sanatrix sempre a Napoli. Tra le strutture pubbliche da passare al setaccio ci sono l’ospedale di Sessa Aurunca (Asl di Caserta) e il presidio di Battipaglia e di Vallo della Lucania (Salerno). La Campania da almeno quindici anni in coda alla classifica delle regioni nel rapporto percentuale tra nati con parto cesareo e parto naturale. I cesarei in molti casi collocati stabilmente oltre la soglia dell’inaccettabile, del 70 e 80% ma anche sopra il 90%. Percentuali lontane dai livelli consigliati del 25 per cento sul totale delle nascite. Parti chirurgici da riservare a pochi casi selezionati in cui vi sia un rischio per la mamma o una sofferenza fetale e che invece dilagano e si incontrano spesso e volentieri in centri di primo livello, dove si presuppone che vi approdino giovani partorienti con gravidanze fisiologiche.


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Il Mattino