Via Duomo, il giallo della perizia: il cornicione killer segnalato nel 2018

Via Duomo, il giallo della perizia: il cornicione killer segnalato nel 2018
Era stata segnalata in una consulenza ad hoc da parte di un ingegnere, a dicembre del 2018: la parte terminale (quella più alta) del cornicione presenta delle...

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Era stata segnalata in una consulenza ad hoc da parte di un ingegnere, a dicembre del 2018: la parte terminale (quella più alta) del cornicione presenta delle criticità su cui occorreva intervenire. È uno degli stralci della consulenza firmata da un professionista napoletano, per conto dell'assemblea condominiale nel dicembre del 2018, un documento finito agli atti dell'inchiesta sulla morte di Rosario Padolino, il commerciante di 66 anni stroncato dal crollo di pezzi di un cornicione. Una inchiesta che entra nel vivo, dopo l'acquisizione di carte da parte degli inquirenti e in seguito all'escussione di alcuni testimoni. Indagine alla svolta, in queste ore la Procura potrebbe notificare alcuni avvisi di garanzia, per consentire a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nell'accertamento dei fatti di nominare un difensore e di offrire la propria versione dei fatti. Sono tre i soggetti su cui incidono in queste ore le indagini: si tratta dell'amministratore ed ex amministratore del condominio al civico 228 e l'attuale amministratore del condominio al 238. Doverosa a questo punto una premessa: si tratta di passaggi dovuti, che non vanno confusi con una sentenza di condanna in via definitiva, ma con un mezzo di verifica delle ipotesi investigative. Tutti i soggetti coinvolti potranno pertanto rappresentare la correttezza della propria condotta nel corso del seguito dell'inchiesta.

 

Ma torniamo ai punti chiave dell'inchiesta. Al lavoro il pm Stella Castaldo, magistrato in forza al pool coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che stanno passando al setaccio atti e testimonianze finora finite nel fascicolo. Stando a quanto emerso dalla lettura delle carte, la storia del condominio di via Duomo non era completamente sconosciuta agli enti locali. Siamo nel 2013, quando c'è una diffida da parte dell'ufficio tecnico del Comune per il quadro fessurativo, probabilmente per alcune infiltrazioni ritenute problematiche. Non si cita il cornicione, non ci sono altri elementi di allarme. Qualche anno dopo, l'assemblea dei condomini chiede di vederci chiaro e assegna a un consulente privato l'incarico di consulenza, per attestare la stabilità dell'intero edificio. Anche in questo caso, nessun allarme specifico, né un sos di imminente pericolo, anche se l'occhio di un professionista esperto comunque cade sul cornicione franato sabato scorso con esiti drammatici. In sintesi, le condizioni dell'intero edificio sono definite «mediocri», con la facciata del pazzo che viene indicata stabile, con la sola esclusione del cornicione, della parte terminale, la più alta: parliamo di quei cinquecento chili che sono franati sulla vita di un commerciante, di un padre di famiglia, di una persona onesta. Rappresenta invece una sorta di giallo la storia della rete di protezione a carattere provvisorio che viene piazzata attorno a quel cornicione che si è sgretolato sabato mattina. A quando risale? Stando a una primissima ricognizione, quella rete - subdola, perché inutile - risalirebbe a un paio di anni fa, quindi in un periodo precedente alla stesura della consulenza presentata dall'ingegnere. E non è tutto. Sempre secondo una primissima valutazione degli atti, la rete sarebbe stata messa di iniziativa, in autonomia, senza consultare l'ufficio tecnico, senza spedire alcuna segnalazione a vigili del fuoco o alla stessa polizia municipale. Altro step doveroso da parte degli inquirenti riguarda invece i verbali delle assemblee condominiali, quelle tenute dai due organi rappresentativi in questi anni. Chiara la strategia investigativa: se dovessero emergere elementi decisivi a segnare la storia degli interventi su quel cornicione, per forza di cose scatterebbero nuove soluzioni investigative, nuovi possibili step dell'inchiesta. Crollo e omicidio colposi sono le accuse mosse dalla Procura, al lavoro i carabinieri del comando provinciale e i vigili del comandante Alfredo Marraffino. Nelle prossime ore l'autopsia sul corpo del commerciante, anche per consentire alla famiglia (e a un'intera comunità) di riunirsi in un abbraccio corale per i funerali dell'ennesimo martire dell'incuria cittadina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino