Per capire bene le dinamiche che hanno portato allo sfogo del manager di Napoli servizi e alle conseguenti dimissioni, bisogna ricostruire la filiera politica che c’è...
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Il manager Domenico Allocca ha le redini in mano della Napoli servizi da tre anni, piazzato in quel ruolo da David Lebro consigliere comunale de «La Città» e sotto la protezione di Attilio Auricchio, il direttore generale e capo di gabinetto di Palazzo San Giacomo. Primissimo collaboratore del sindaco. Anni tribolati e turbolenti caratterizzati da risultati aziendali senza infamia e senza lode, e per una certa inclinazione contraria ai sindacalisti che gli hanno fatto numerose contestazioni.
Il mandato di Allocca sarebbe scaduto a marzo, ha anticipato di un mese l’uscita perché la riconferma appariva improbabile. L’assessore di riferimento nella passata consiliatura era Alessandro Fucito, in quanto titolare della delega al Patrimonio. Mai sereni i rapporti, al punto che Fucito è stato l’unico degli assessori uscenti ad avere rifiutato il reincarico, proprio per prendere le distanze dalla Napoli servizi e dal suo management. Ha preferito il ruolo di consigliere comunale e quindi di presidente dell’Assemblea cittadina.
Napoli servizi è uno spaccato di alcune logiche di governo che si praticano in Comune. E oltre a Lebro, nel tritacarne delle polemiche ci finisce Auricchio. Nella riunione in cui si è sfogato, Allocca, dice ai suoi dirigenti che «i dirigenti del Comune sono i più ignoranti del mondo» e si riferisce a Raffaele Mucciariello, all’epoca Ragioniere generale del Comune, uomo molto puntiglioso, e Luigi Filace suo vice. Un mese e mezzo dopo, il 30 dicembre, Auricchio, in un blitz notturno, defenestrò da quel ruolo sia Mucciariello che Filace. Fu una notte burrascosa, quella notte pezzi della maggioranza, e anche il fratello del sindaco Claudio - segretario di DemA - contestò quelle scelte. Al posto di Mucciarello arrivò un dirigente della Città metropolitana dove David Lebro è il numero due. E quella sera Lebro e anche un altro consigliere che ambisce ad avere più spazio in giunta, Gabriele Mundo, erano lì nell’ufficio di Auricchio. Solo un caso?
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Il Mattino