In alcuni quartieri e in alcuni momenti dell’anno sono cosa loro. Nel senso che appartengono ai clan: sono persone messe in strada dai clan, con regole precise e la certezza...
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LA MAPPA
Ma andiamo con ordine a partire dal centro storico. Esiste un asse che va da San Giovanni a Teduccio al rione Mercato fino alla zona di Chiaia, che è interamente controllato dal clan Mazzarella (il cui potere - nel corso degli anni - dipende da un intreccio di alleanze su un’ampia fetta di città), che piazza i suoi uomini all’angolo della strada, nei pressi dell’università (il palazzo di Giurisprudenza è presidiato in modo militare) o in alcune parti della movida notturna. La zona di Chiaia fa storia a sé, specie a ridosso dell’area dei baretti quando il quartiere diventa meta del popolo della notte. Dal piazza Dante (zona in cui insistono i Saltalamacchia) al Pallonetto di Santa Lucia (zona controllata dal clan Elia, con un residuo dei Mazzarella) nei fine settimana sciamano gli addetti alla sosta abusiva; a Posillipo invece sono le famiglie che un tempo facevano capo ai Calone e agli Strazzullo ad avere maggiore influenza quando si tratta di piazzare i propri uomini all’esterno dei lidi presi di assalto d’estate; dal rione Traiano (dove i Puccinelli restano il clan più influente, assieme ad altre sei famiglie di pusher) arriva manovalanza a dare man forte agli abusivi stabili in occasione delle partite del Napoli, che fanno schizzare i prezzi rispetto agli standard cittadini.
LO STADIO
Un esempio: in alcuni condomini nei pressi dello stadio, intere aree vengono requisite dagli abusivi che impongono il ticket di cinque euro ai tifosi del Napoli. Migliaia di auto vengono incolonnate, ingabbiate, al punto tale che sarebbe impossibile allontanarsi prima della fine del match e del deflusso di tutti gli spettatori, sempre e soltanto all’ombra di incassi vorticosi puntualmente gestiti da famiglie di boss locali. Ma come funziona il sistema degli introiti? Anche in questo caso c’è un rigore svizzero nella gestione dei metri di marciapiede affidati ai singoli abusivi e nei turni che scandiscono le giornate di lavoro. Nulla viene affidato al caso o all’improvvisazione, come il sistema delle «navette» che avviene ogni due ore sotto gli occhi di tutti. Da via Chiatamone al Rettifilo o a viale Kennedy il sistema è sempre lo stesso: arrivano ragazzi in scooter che prelevano gli incassi, che vengono portati al clan di riferimento, per evitare di subire delle perdite, in caso di blitz delle forze di polizia con tanto di sequestri. Navette, moschilli, perni di una catena di montaggio che viene messa in moto dalla camorra che, dagli abusivi, ha un triplo vantaggio: offre possibilità di incasso facile alle famiglie dei propri affiliati; ottiene guadagni facili; e mantiene il controllo del territorio tramite i propri uomini. Ma quanto guadagna un parcheggiatore abusivo? Uno stipendio di circa duemila euro al mese, al netto di picchi lavorativi in giornate festive o di eventuali creste che possono passare inosservate anche ai vertici del clan del territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino