Napoli, de Magistris sotto assedio: spunta una congiura per il voto anticipato, è bufera

Napoli, de Magistris sotto assedio: spunta una congiura per il voto anticipato, è bufera
Non finirà a tarallucci e vino ma quasi, perché la crisi politica sul rimpastone è aperta - su queste pagine si è scritto e riscritto di tale argomento...

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Non finirà a tarallucci e vino ma quasi, perché la crisi politica sul rimpastone è aperta - su queste pagine si è scritto e riscritto di tale argomento così come del sindaco Luigi de Magistris fosse sotto ricatto per le poltrone in giunta - ma molti protagonisti di quell'audio pubblicato da Repubblica, dove appunto tra di loro con toni anche molto forti avevano ridisegnato l'organigramma di Palazzo San Giacomo, hanno già fatto mea culpa e chiesto scusa. Perché la sfiducia si stanno organizzando per chiederla praticamente tutte le forze di opposizione da Fi, alla Lega che inizierà una raccolta firme, al M5S al Pd che sulla vicenda - tuttavia - sembra diviso. Chi c'era alla riunione dei consiglieri ribelli? Gabriele Mundo dei Riformisti, Stefano Buono e Marco Gaudini dei Verdi che rischiano l'espulsione dal partito. Con Buono che ha detto: «Dobbiamo logorarlo o ce ne andiamo tutti a febbraio e si votta assieme alla Regione», Ciro Langella a Carmine Sgambati di Agorà e il capo di gabinetto della Città Metropolitana Pietro Rinaldi. Una rabbia - quella dei ribelli - scaturita anche dal valzer di staffisti che il sindaco ha messo in atto in queste ore. De Magistris ha interrotto la collaborazione con 4 di loro, due sono andati via più o meno spontaneamente, ma Giuseppe Sbrescia e Sergio Barca sono ritenuti molto vicini ad Alessandro Nardi - numero uno della Mostra d'Oltremare - e nemico giurato di Attilio Auricchio capo di gabinetto del Comune tirato in ballo nell'audio come «lo sceriffo mandato dal sindaco che ci deve uccidere». Buono e Sgambati a loro volta con Nardi hanno un forte legame di qui l'intreccio con la defenestrazione degli staffisti.


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De Magistris molto seccato e deluso usa parole taglienti sulla vicenda: «La mia storia è lontana anni luce da quanto venuto fuori. Con alcuni dei protagonisti prenderemo le distanze anche in maniera formale. Noi andremo avanti determinati come sempre perché, mentre qualcuno pensa al proprio interesse personale, io e la mia squadra pensiamo all'interesse dei nostri concittadini e ai problemi di questi giorni, che non sono pochi». E ancora: «I napoletani possono dormire sonni tranquilli perché hanno affidato le chiavi a un uomo che non si farà mai intimidire e pressare da nessuno, figuriamoci se posso avere tempo da perdere con alcune parti di quell'audio che sono particolarmente inquietanti e non fanno onore alla storia politica di questa città».
 

Mundo è tra i primi a spiegare il senso di quelle parole così forti per ottenere un assessorato o una poltrona nel cda di Asìa: «Chiedo scusa alla città e al sindaco - racconta - perché ci sono ben altri problemi da affrontare. Sono frasi estrapolate da un ragionamento. I riformisti continueranno a sostenere de Magistris a prescindere dal rimpasto». Langella di Agorà: «Prendo nettamente le distanze dalle parole di alcuni consiglieri comunali. La legge assegna al sindaco la responsabilità di nominare gli assessori ed io mai mi permetterei di fare certe affermazioni, prive di alcun rispetto istituzionale. Pur ritenendo necessario un rilancio dell'azione amministrativa a cominciare dai temi della mobilità, continuerò lealmente a sostenere l'operato del sindaco». Quanto a Sgambati questo il suo pensiero: «Io ho detto che sto con Luigi e nulla più di cosa dovrei scusarmi?». Anche Rinaldi si dissocia: «Leggo e ascolto una ricostruzione artefatta di audio registrati in momenti differenti, alcuni dei quali, la maggior parte, avvenuti in mia assenza. Ne emerge una modalità di esercizio della politica da cui non posso che prendere le distanze» scrive in un comunicato. I verdi stanno per scomunicare Buono e parliamo del partito nazionale, Gaudini ha fatto il mea culpa pubblico su fb confermando «l'appoggio al sindaco che non è uomo da subire ricatti chi lo consoce lo sa». Francesco Borrelli consigliere regionale dei Verdi è caustico. «Sono addoloratissimo per questa vicenda che non fa onore a nessuno dei protagonisti che parlavano a titolo personale. Ovviamente condivido la linea concordata con i vertici regionali e nazionali dei Verdi di presa di distanza totale». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino