«Appuntamento importante», lo definisce il sindaco Luigi de Magistris. Incontro oggi, ore 12 a palazzo Chigi, per la cabina di regia su Bagnoli dopo l'intesa,...
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«L'intesa su Bagnoli - aveva spiegato l'altro giorno de Magistris - non deve avere alcuna ratifica in cabina di regia, siamo già nella fase operativa ed è bene che la cabina di regia entri subito nel cronoprogramma». Protocollo a parte l'incontro romano serve all'ex pm come assist per vedere Gentiloni. E parlargli. In particolare sui conti ed evitare il default dell'ente. Questo è l'incubo del primo cittadino che oggi a Roma sarà con il suo capo di gabinetto Auricchio e l'assessore all'Urbanistica Piscopo. Riunione preparatoria due sere fa a San Giacomo e la conferma che l'urgenza è parlare di conti. «Noi - ha affermato de Magistris - attendiamo ancora risposte sul Cr8, sugli enti locali, sulle infrastrutture, temi che significano economia, credibilità, lavoro». In totale 180 milioni di euro di debiti fuori bilancio, messi nero su bianco in una delibera dell'11 luglio, tra cui gli 80 nei confronti del consorzio Cr8 che risalgono al post terremoto del 1980. Soldi che San Giacomo vorrebbe far ricadere su Roma. Da qui un accordo con il consorzio affinché non procedano ad alcun pignoramento sino a novembre nella speranza che il governo dia una mano. Ieri l'ex pm preferisce non esternare alcun commento in attesa di capire se a palazzo Chigi si possono intravedere aperture sui conti in rosso. Per questo ha chiesto di vedere Gentiloni prima o dopo la cabina di regia su Bagnoli. Ora è chiaro che il premier non potrà mai mettersi a discutere di conti ma l'ex pm conta comunque in un'apertura per scongiurare il default. Poi saranno i consiglieri economici di palazzo Chigi a cui il sindaco dovrà esporre i suoi problemi a cercare una via d'uscita. Complicato se, meno di dieci giorni fa, proprio uno di questi aveva dato, proprio a Napoli, uno stop all'idea di spalmare nel tempo i debiti. «Il Comune ha avuto 235 milioni dal governo per il rientro dal predissesto, ma tra le condizioni c'erano una dismissione del patrimonio immobiliare ed un miglioramento nella riscossione che non stanno funzionando. In più - parole di Luigi Marattin - Napoli aveva spalmato la restituzione dei soldi su 10 anni e ora chiede di spalmarli su 30 anni. Ipotesi a mio avviso non praticabile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino