«Da sola non posso farcela, per questo chiedo aiuto al questore». Così Maria Rosaria Stanziano, dirigente scolastica dell'istituto di istruzione superiore...
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Erano le 7.20 quando uno dei collaboratori scolastici ha dato l'allarme prima del suono della campanella. Estintori rovesciati nel cortile che dà accesso all'edificio, un forte odore di creolina sparsa a terra e rifiuti disseminati davanti al cancello d'ingresso. Ma soprattutto quelle scritte inequivocabili: «autogestione» e «preside», parole rivolte alla dirigente, contro cui sono stati fatti anche disegni dal chiaro contenuto offensivo. Sul posto carabinieri e polizia. Rammaricata, ma soprattutto delusa e amareggiata, la preside: «Sono profondamente rattristata. Questo è il sentimento che provo. Ho cercato più volte un dialogo con questi ragazzi, ma vedo che non è servito a nulla, se non a danneggiare la scuola che loro stessi frequentano ogni giorno». Ma chi è stato a commettere l'ennesimo atto vandalico ai danni dell'Archimede? Chi sono i responsabili? «Non sta a me lanciare accuse - spiega la Stanziano, che è alla guida dell'istituto da quest'anno - ma è evidente che ci sono stati e ci sono tuttora attriti tra noi e gli studenti, che non sono stati sanati e quanto è accaduto ne è la dimostrazione». Il motivo del dissenso tra dirigente, corpo docente e allievi è da mesi la cosiddetta settimana corta: «In pratica avrebbero avuto il sabato libero e sarebbero usciti alle 13, ma è chiaro che con la riduzione delle ore per due o tre giorni a settimana l'uscita sarebbe stata alle 15». Cosa che i ragazzi non avrebbero digerito. «In più - aggiunge la preside - lo scontro è nato dal fatto che io avevo fatto dietrofront sulla concessione della cosiddetta Settimana dello studente, durante la quale gli alunni si dedicano a laboratori, dibattiti, cineforum ed altre attività. Si era deciso che questa settimana dovesse essere quella che precede la pausa natalizia, ma nemmeno questo è andato bene per loro, a quanto pare. Un paradosso, considerato che si era svolta una riunione una settimana fa ed eravamo tutti d'accordo, sia il collegio docenti che il consiglio d'istituto». Ieri, secondo la dirigente, gli autori del raid sono stati «più agguerriti». «Anche se - aggiunge - la nostra scuola è inespugnabile: vi sono cancelli, contro cancelli, porte blindate e sistemi di videosorveglianza. Ma chi ha commesso quest'atto vandalico ha bloccato tutti gli accessi con una speciale colla».
Non è la prima volta che qualcuno si introduce nell'area parcheggio e, poi, nel cortile dell'istituto di via Salgari. Sono una decina i raid compiuti da ignoti all'Archimede dall'inizio dell'anno. E sempre con le medesime modalità. «Anche se stavolta hanno esagerato con le scritte e i disegni offensivi contro di me sui muri», dice la preside. L'ultimo episodio si era registrato lo scorso 16 novembre: all'apertura del plesso il personale aveva trovato creolina riversa sul pavimento e gli estintori divelti dalle pareti, nel giorno in cui si sarebbe dovuto svolgere un evento Unicef in occasione della Giornata dell'infanzia e dell'adolescenza. Anche in quel caso la dirigente denunciò alla polizia. Ma la scuola è finita di nuovo nel mirino: frequentata da 1.300 studenti, inclusi quelli del serale, dove insegnano 150 docenti e lavorano 25 unità di personale Ata, è uno dei «fiori all'occhiello» di Ponticelli per l'offerta formativa. «Ci facciamo in quattro per la nostra platea, insieme a insegnanti, bidelli e amministrativi. Ma evidentemente concediamo loro troppo e i risultati sono questi». Sulla stessa lunghezza d'onda Salvatore Palantra, presidente del Comitato Porchiano Bene Comune, che ha dato l'allarme ieri insieme al personale dell'Archimede: «Operiamo per ridare decoro al quartiere e c'è chi non lo apprezza. Se davvero sono stati gli studenti, le colpe non sono loro, ma di noi genitori che dovremmo iniziare a interrogarci dove stiamo sbagliando». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino