Napoli: detenuto morto a Poggioreale, la Procura apre un'inchiesta per omicidio

Il 33enne trovato morto ieri in cella

Il carcere di Poggioreale
«In mattinata sono stato nel carcere di Poggioreale, al piano terra del reparto Napoli, mi sono fermato a riflettere e pregare davanti la cella dove ieri è stato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«In mattinata sono stato nel carcere di Poggioreale, al piano terra del reparto Napoli, mi sono fermato a riflettere e pregare davanti la cella dove ieri è stato trovato morto Alessandro, 33anni compiuti lo scorso agosto». A dirlo è Samuele Ciambriello, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, che ha raggiunto la casa circondariale napoletana, dove ieri è stato trovato morto un detenuto.

La Procura di Napoli al momento indaga per omicidio e non è esclusa alcuna pista.  «Ho parlato con i suoi due compagni di cella - aggiunge Ciambriello - con gli altri del reparto, moltissimi malati, tre su una sedia a rotelle, e nessun piantone. Le indagini in corso chiariranno, insieme all'autopsia che si terrà lunedì, le cause della morte» Il Garante per i detenuti, però, spiega che «le carceri italiane e campane sono piene di detenuti tossicodipendenti e malati psichici denunciati dai familiari. L'assenza dei servizi, il fallimento in alcuni casi di Sert e Dipartimenti di salute mentale è sotto gli occhi di tutti. Così come l'indifferenza della maggior parte della gente per queste categorie di persone.

Il bene, l'amore, l'affetto, la condivisione possono guarire quasi tutti i mali del mondo, insieme a politiche attive di inclusione sociale. Sentiamoci un pò tutti un pò responsabili di queste morti e di queste solitudini» conclude Samuele Ciambriello.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino