Massimo Rosi oggi avrebbe compiuto ottantotto anni. Ieri ci ha lasciati dopo una vita intensa di attività e ricerche sviluppate nell'ambito della Facoltà di...
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Rosi era sempre in prima linea nei dibattiti a difesa del territorio, del centro storico di Napoli, del paesaggio e dell'architettura sin da quando, giovanissimo architetto, nel 1963 collaborò realizzando la sceneggiatura del film Le mani sulla città diretto dal fratello Franco, famoso regista che segnò con la sua opera di impegno civile la dura denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell'Italia e di Napoli negli anni '60 del secolo scorso. Impegno civile, culturale e sociale che ha accompagnato Massimo in tutta la sua intensa attività fino ai dibattiti più recenti sviluppati in pubbliche assise e anche nell'ambito delle attività culturali tenute Al Blu di Prussia dei Mannajuolo, ai quali era legato da profonda amicizia. Ha presieduto inoltre la Commissione Toponomastica del Comune di Napoli.
Posillipino di nascita, si è formato al liceo Umberto ed è sempre rimasto legato al quartiere Chiaia studiandolo a fondo dallo sviluppo della sua nascita fino alla contemporaneità. Ma Massimo Rosi non ha mai abbandonato la sua attività di architetto, formatosi come allievo prima e assistente poi di Giulio De Luca, uno dei grandi Maestri di architettura.
Amico e collega di Aldo Loris Rossi, Gerardo Mazziotti, Alberto Izzo, Salvatore Bisogni, ha progettato molteplici opere a Napoli e nell'Italia meridionale. Nei suoi progetti non ha mai abbandonato quel principio di coesione tra Antico e Nuovo, professato da Roberto Pane e da lui applicato come nel progetto del complesso conventuale con annessa scuola in Via Pasquale Scura (Spaccanapoli) negli anni della ricostruzione post-terremoto del 1980. È proprio a Chiaia che Rosi assieme al figlio Riccardo e al compianto Benedetto Gravagnuolo progettano il nuovo assetto dello spazio pubblico del quartiere: dalle piazze Amedeo e San Pasquale fino alla piazzetta Rodinò e quella alla base della chiesa di Santa Teresa a Chiaia, dove domani alle 16, amici, colleghi, si uniranno alla moglie Maria Teresa, ai figli Antonella e Riccardo per l'ultimo saluto ad un napoletano illustre che ha amato e studiato a fondo la nostra città.
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Il Mattino