Grand Hotel piazza Garibaldi. Non è il titolo di un film, ma è la triste condizione di una delle piazze più importanti - e al centro delle polemiche - della...
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Una situazione paradossale, quella di piazza Garibaldi, che ormai va avanti da anni. I gestori degli hotel della zona hanno più volte fatto sentire la loro voce contro una situazione che li danneggia pesantemente. Le recensioni negative legate alle orribili condizioni della piazza rappresentano, infatti, un serio danno all'economia legata al turismo. Nonostante i continui appelli dei cittadini la situazione non sembra essere sul punto di migliorare, anzi. Piazza Garibaldi continua ad essere terra di nessuno. Una piazza dove può capitare di imbattersi anche in incivili che - anche in pieno giorno e incuranti dei passanti - utilizzano i cassonetti per espletare i propri bisogni fisiologici.
La manifestazione che si è tenuta ieri a piazza Principe Umberto e che ha visto la partecipazione di alcune decine di extracomunitari che vivono in zona ha probabilmente scavato un ulteriore solco tra chi vive la piazza reale e chi vorrebbe ad ogni costo etichettare i residenti della zona come razzisti. Una etichetta negativa che i napoletani respingono con orrore.
«Ieri a piazza principe Umberto hanno fatto una manifestazione contro il degrado, e di questo siamo felicissimi specie perchè hanno partecipato alcuni extracomunitari che vivono in zona - spiegano i residenti - ma i problemi che abbiamo in questa parte abbandonata di Napoli non si risolvono con una ramazza e con qualche piantina. Ci sarebbe piaciuta - proseguono i cittadini - una manifestazione di solidarietà verso queste persone di tutte le etnie che dormono in strada perchè non sanno dove andare. Evidentemente dal punto di vista mediatico è più importante spazzare in una zona circoscritta del quartiere piuttosto che cercare di risolvere i problemi reali di chi vive qui. Ogni tanto, specie sui social, spunta qualcuno che ci vorrebbe etichettare come razzisti - concludono poi i residenti di piazza Garibaldi - ma noi respingiamo fermamente queste accuse. Il nostro territorio da sempre accoglie tutti, lo dimostra la quasi perfetta integrazione della comunità senegalese. Voler chiedere un maggiore controllo e una maggiore sicurezza non è razzismo o prevaricazione nei confronti dei più deboli. È semplicemente voler vivere civilmente nel proprio quartiere e nelle proprie case». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino