Via Scarlatti si sveglia presto. I residenti sono in strada per commentare l'assurda nottata dei colpi a salve, delle scene di panico, del fuggi fuggi, dei tavolini divelti, e...
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La dinamica ricostruita attraverso le dichiarazioni di tanti presenti, sembra la scena di un film, anzi più di uno ripete «sembrava Gomorra» consci che le immagini viste in tv per le bande di giovanissimi sono «affascinanti e da imitare». Quello indicato come il «capetto» di un gruppo di non più di quattro ragazzini, apparentemente minorenni, si pone al centro della strada circondato dai suoi compagni, alza il cappuccio della felpa per coprirsi il volto e sfila dalla tasca una pistola di piccolo calibro. Una scena che non passa inosservata tra i passanti che iniziano a scappare prima ancora che l'incappucciato sparasse tre volte. Poi la baby gang scappa via verso piazza Vanvitelli, e lungo il percorso rovescia i tavolini dei bar e spinge i passanti. Nei pressi della stazione della metropolitana si perdono le tracce. Seppure venissero identificati, quei ragazzi non correrebbero nessun rischio giuridico. Le scacciacani sono di libero uso e al massimo potrebbero essere accusati di «esplosioni pericolose».
I tre colpi per fortuna erano a salve, ma l'episodio ha colpito per l'atteggiamento del ragazzo, che «ha agito con sfacciataggine e velocità», e perché ricalca per la dinamica un episodio accaduto nello stesso punto la settimana scorsa. Nel quartiere negli ultimi mesi sono aumentati gli episodi di violenza urbana e teppismo, era stato convocato un Consiglio di Municipalità sulla sicurezza, che non si celebrò per mancanza di numero legale. «Più volte abbiamo chiesto la convocazione del consiglio sulla sicurezza e un confronto con le forze dell'ordine, ma non c'è stato nessun cenno di interesse da parte del presidente Paolo De Luca. Ai cittadini cosa raccontiamo?» accusa il consigliere Alessandro Capone.
Il tema sicurezza e baby gang è stato al centro della marcia «La Marea azzurra» organizzata dal Comitato Vivibilità Cittadina presieduta da Gennaro Esposito: «Da allora, abbiamo chiesto decine di incontri con il questore De Iesu che non ci ha mai risposto. Ci auguriamo che il neo questore Giuliano abbia una sensibilità diversa e accolga la nostra richiesta quanto prima. Noi, come sempre, saremo collaborativi, fornendo video su episodi di violenza e contro la legge». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino