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A scuola con le pistole. Le cronache che raccontano le allucinazioni collettive di un universo minorile sempre più devastato e lontano da una realtà che si vorrebbe invece immaginare serena regalano un nuovo capitolo inquietante. E se fino a ieri si arrivava a portare in classe un coltello, adesso c'è chi ci va con una pistola. Anzi, con due: e sebbene fossero armi da scena, imitazioni di quelle vere, il particolare non sposta il problema: perché l'episodio conferma quanta inquietudine circoli nel mondo dei ragazzi.
A scrivere quest'ultimo capitolo ci hanno pensato alcuni studenti dell'istituto Giustino Fortunato di Soccavo. Proviamo a capire cosa è successo. Siamo nel primo pomeriggio di martedì: durante una pausa di lezione uno degli studenti - lo chiameremo con nome di fantasia Bruno - estrae dallo zainetto due pistole.
La comparsa di quelle armi scatena un parapiglia generale: tutti vogliono vederle, impugnarle, qualcuno, tra i ragazzi, prudentemente domanda: «Ma mica sono cariche?», ma la curiosità è troppo forte, ed ecco spuntare i cellulari che iniziano a riprendere la scena. Tutti vogliono farsi un selfie con quelle pistole, repliche di una Beretta 92, calibro 9 - che pur essendo una riproduzione pesano un accidenti, non hanno il tappo rosso all'estremità della canna e (particolare che ha colpito gli stessi investigatori) contrariamente alle pistole giocattolo non hanno la canna piombata.
La confusione dura alcuni minuti, fino a quando l'insegnante rientra in aula e si accorge di quello che sta succedendo. I ragazzi stanno già postando sui social e sui canali Tik Tok l'incredibile scena, e servirà tutta l'autorità necessaria dei professori e della preside per far tornare la calma.
Ma qualcuno ha già allertato i carabinieri.
Incalzato dalle domande dei carabinieri, Bruno - che ha 14 anni, risulta incensurato e da quel che si apprende appartiene a una famiglia di persone perbene e che non hanno problemi con la legge - non darà però spiegazioni utili sulla provenienza di quelle due pistole. Ovviamente del fatto vengono informati anche i suoi genitori, e la cosa finisce lì, senza gravi conseguenze: il ragazzo non la ha utilizzate per minacciare nessuno, e tanto meno per commettere fatti delittuosi. Ma questo non basta a togliere l'amaro dalla bocca per quanto è successo.
Eppure, in quegli interminabili minuti di follia collettiva nessuno, tra i ragazzi, si è chiesto se ci si poteva fidare di Bruno, delle sue rassicurazioni sul fatto che la e pistole non fossero cariche e funzionanti. Anzi, in quel delirio collettivo tutti hanno pensato solo a scattare foto e registrare video: perché la priorità era inondare i gruppi dei social di ciò che stava accadendo a scuola. E il richiamo di quelle due pistole era troppo forte su tutti. E anche se, alla fine, nulla di grave è successo e nelle intenzioni di quel 14enne si trattava in fondo solo di una bravata tra amici, una riflessione sul fatto bisognerà pur farla.
I carabinieri stanno comunque svolgendo approfondimenti e verifiche per risalire a chi possa aver dato al ragazzo quelle due pistole.
La comparsa delle armi a scuola è un fenomeno che si sta diffondendo. In Italia come nel resto d'Europa, come segnalano recenti ricerche svolte negli ultimi anni. E se è vero che non siamo certo sui livelli drammatici degli Stati Uniti, c'è comunque da innalzare il livello di allarme. Temperini, coltelli a scatto e altri generi di pericolose armi bianche hanno già fatto capolino nelle aule delle scuole. E si sono verificati anche casi di aggressioni e pestaggi finiti nel sangue per la improvvisa comparsa delle lame durante risse tra baby gang proprio all'esterno di alcuni istituti scolastici. Il fenomeno del bullismo è strettamente collegato con la violenza legata al porto di armi, tra i minori. Soprattutto a Napoli e nel suo hinterland.
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