Napoli Est, tombini rubati e discarica: un'intera strada off limits

Napoli Est, tombini rubati e discarica: un'intera strada off limits
Pensate a una qualunque città del mondo occidentale, pensate che in questa città c'è una strada da anni trasformata in discarica, lungo la quale almeno da...

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Pensate a una qualunque città del mondo occidentale, pensate che in questa città c'è una strada da anni trasformata in discarica, lungo la quale almeno da due mesi sono stati rubati i tombini. Cosa si farebbe nella città alla quale state pensando? Si provvederebbe al ripristino immediato dei tombini rimossi e si farebbe scattare immediatamente un piano di pulizia con successivo controllo puntuale per evitare che sversatori-delinquenti continuino a creare montagne di rifiuti.

A Napoli, invece, le cose si risolvono diversamente: dopo anni di richieste d'aiuto per la monnezza e dopo mesi di pericolo per via dei tombini rimossi, la soluzione più facile è quella di chiudere la strada, cancellarla dalla viabilità per manifesta inferiorità nella gestione. 

Il teatro della vicenda è un percorso che collega via Argine a via Pacioli e consente di raggiungere agevolmente l'Ospedale del Mare. A chiudere la via sono stati, correttamente, i vigili che hanno ricevuto una segnalazione, sono giunti sul posto, hanno visto il pericolo e hanno seguito le regole imponendo il divieto assoluto di transito.

Sarebbe tutto corretto se non fosse che il Comune di Napoli da anni è a conoscenza della questione della discarica a cielo aperto, perché i cittadini hanno a più riprese chiesto un intervento di pulizia seguito da un progetto di controllo (anche telematico) della strada, e che almeno da un mese il Comune sa pure che in quella strada non ci sono più nemmeno i tombini.

Lo raccontò proprio il nostro giornale in un drammatico reportage del 29 dicembre, un mese fa. Evidentemente quel giorno a Palazzo San Giacomo erano tutti distratti dall'imminente notte di San Silvestro, sicché c'è voluto un altro mese per capire che, senza tombini, c'è pericolo per auto e pedoni. 

In città la sequenza dei furti di tombini è inarrestabile. Al mercato nero il valore di un pezzo di ghisa si aggira intorno ai 40 euro, in compenso il danno per la comunità non ha prezzo. Un chilometro più avanti rispetto a via Pacioli, all'altezza del Pronto Soccorso dell'Ospedale del Mare, da anni è in corso una guerra contro i ladri di ferro e ghisa. A cadenza fissa, ogni due mesi circa, viene rubata la griglia di ferro che copre lo scolo delle acque piovane, posizionata sull'asfalto. Senza quel lungo pezzo di ferro il pericolo per le automobili è elevatissimo, così ogni volta si corre a comprarne di nuove. Alla fine, per evitare un nuovo furto, quella griglia di ferro (che dovrebbe essere solo appoggiata per consentirne la rimozione e la pulizia) è stata bloccata con tanto cemento, andate sul posto a vedere con i vostri occhi, scoprirete che la battaglia contro i vigliacchi che rubano pezzi di città è drammatica.

A Piscinola, al Parco dell'Abbondanza, qualche tempo fa vennero rubati ben 26 tombini; al rione don Guanella una mamma, nel 2015, vide il passeggino con un bimbo di pochi mesi sprofondare nel vuoto lasciato da un tombino trafugato. La scorsa estate nel Napoletano, tra Arzano e San Giuseppe Vesuviano, c'è chi ha fatto man bassa di ghisa.

La questione è atavica, insomma, e spesso irrisolta. 

In genere, però, in questi casi si delimita l'area del tombino sprofondato e si consente al traffico di proseguire. Stavolta no, invece, perché a via Pacioli nel dribbling tra i cumuli di rifiuti sarebbe impossibile gestire anche il pericolo di sprofondamento: «Sono anni che chiedo aiuto, ho anche presentato una denuncia al commissariato lo scorso autunno - Claudio Di Tuccio conduce un appezzamento lungo la strada ed è disperato - ho anche piazzato telecamere a mie spese per beccare i pirati dei rifiuti, me le hanno rubate. Adesso qual è la soluzione del Comune? Non cercare di restituire dignità a questa strada ma arrendersi e chiuderla del tutto. Sono affranto, è una sconfitta per tutta la città». 

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Il Mattino