OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Non sono più giovani ma forse sono ancora comunisti, con quel significato elastico che questa parola ha assunto negli anni, soprattutto nei Paesi liberi d'Occidente, riuscendo a includere mille sfumature, e perfino le proprie, stesse, contraddizioni. Non sono più giovani ma nemmeno così vecchi, al punto che mentre scorre la commemorazione scatta, inevitabile, ancora un pensiero sul futuro. È la maledizione del che fare, non smette di mollare chi ha passato tutta la vita a chiederselo. E non li molla neppure qui, questi ex giovani della Federazione dei giovani comunisti italiani, che nella prima domenica di giugno, per iniziativa dell'ex parlamentare Gianfranco Nappi, a valle di Berlingueriana, la tre giorni dedicata al centenario di Enrico Berlinguer, hanno voluto radunarsi a Bagnoli. Rivedersi dopo anni, ritrovarsi dopo decenni di cammini paralleli. Non è una rimpatriata perché qui la patria sono le idee ma è sicuramente un riannodare i fili delle storie: quelle personali e quelle collettive.
La sede è il Circolo Ilva di Coroglio, sotto la collina di Posillipo, e anche il luogo è un pezzo del cammino, ha in sé la memoria e il cambiamento. Era il dopolavoro degli operai dell'Italsider, oggi è una terrazza sul mare, un circolo dal sapore borghese, che gronda glamour e aperitivi: campi da tennis, giardini curati, piattaforme sul mare, lettini al sole, spritz, un bistrot chiamato altoforno.
Nino Daniele e il cuore di Napoli: «Io, ragazzo di periferia ho incontrato Masullo»
Nel volume si ripercorre tutto il cammino della grande mobilitazione, partita nell'autunno del 1982 dagli studenti ad Acerra - con l'interlocuzione dell'indimenticato vescovo, don Riboldi - e arrivata nelle fabbriche, nei sindacati, perfino nelle istituzioni. A rievocarla, il giornalista Pietro Perone e Tommaso Esposito, due degli studenti di allora, che quel movimento lo hanno fatto nascere e guidato. «La memoria di quei fatti - ha detto Perone - rischiava di andare perduta. Non ci sono molte tracce scritte, a parte i giornali dell'epoca. È un bene ritrovarla perché quello che è accaduto 40 anni fa travalica il significato politico, ha valore di testimonianza sociale, importante soprattutto in un momento come questo, quando gli studenti delle scuole, con il questionario promosso da Il Mattino, dichiarano di conoscere di più Cutolo che don Diana. Abbiamo sperato in una storia diversa ma il fallimento è evidente. Abbiamo commesso degli errori? Quali?». «La ricostruzione di quella storia - ha detto Tommaso Esposito - non deve essere autoreferenziale ma uno stimolo per rimettere assieme l'intellettuale collettivo che eravamo. Oggi non siamo come 40 anni fa, c'è una larga sensibilità su legalità e antimafia. Ma a volte la strada sembra smarrita». Dal movimento studentesco campano, il dibattito va a rievocare tutta la storia dei giovani impegnati a sinistra negli anni Ottanta. Parlano Pasquale Figliomeni, calabrese, il romano Norberto Natali, il siciliano Saverio Cipriani, il napoletano di Mercato-Pendino, Umberto Sorrentino. Ricordi, analisi, un filo ancora di rabbia sociale, e perfino qualche lacrima. Chissà se per la gioventù andata o per la politica diventata così irriconoscibile.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino