Napoli, faida tra i vicoli di Chiaia: torna il Far West di notte

L'ultimo episodio la notte tra mercoledì e giovedì, con raid violento e simbolico al tempo stesso

Vico Santa Maria della Neve
Una batteria di fuoco in pochi metri. Un intero caricatore riversato contro le mura di un edificio, nel cuore della notte. Poi il rombo di due scooter e la fuga, armi in pugno,...

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Una batteria di fuoco in pochi metri. Un intero caricatore riversato contro le mura di un edificio, nel cuore della notte. Poi il rombo di due scooter e la fuga, armi in pugno, volto travisato. È successo la scorsa notte, un'ora dopo la mezzanotte, in vico Santa Maria della Neve, in un angolo di strada che - specie in queste sere di caldo estivo - resta tra le più battute per chi da Mergellina sale per raggiungere corso Vittorio Emanuele e le strade che portano al Vomero. Chiaia di spari e paura, va avanti così - con delle improvvise fiammate criminali - la faida del centro bene della città. L'ultimo episodio la notte tra mercoledì e giovedì, con raid violento e simbolico al tempo stesso. Una sorta di far west, tra saracinesche abbassate e condizionatori in funzione per abbattere le temperature di queste notti. Una stesa a tutti gli effetti, la quarta o la quinta nel giro di pochi giorni. Questa volta qualcuno però si è premurato di avvisare le forze dell'ordine. Sono arrivate pattuglie di polizia, che hanno letteralmente bloccato la strada. Delimitato vico Santa Maria della Neve, scientifica al lavoro, raccolti bossoli, effettuato rilievi per inquadrare la dinamica dell'assalto armato. Un intero caricatore dato alle polveri, questa volta non si sono limitati a pochi proiettili e via. Una stesa contro le abitazioni di soggetti indicati come operativi nello smercio al minuto di droga. Roba di droga, ma non solo. In ballo, come appare evidente agli osservatori che indagano sui fenomeni criminali in un pezzo di Chiaia, ben altri circuiti economici, a partire dal possesso di avamposti commerciali in cui ripulire denaro sporco.

Un passo indietro. Metà luglio, stessa scena. Riprodotta in modo seriale, questa volta in una strada non lontana dall'episodio avvenuto la scorsa notte in vico Santa Maria della Neve. Ricordate quanto pubblicato dal Mattino, nell'edizione di domenica scorsa? Metà luglio, dunque, tra venerdì e domenica, tre agguati in tre notti consecutive in via Camillo Cucca, strada decisiva per gli incroci criminali di questi anni, qui tra i vicoli conosciuti come la zona della Torretta. Quanto basta a immaginare che la stesa della scorsa notte possa essere una sorta di risposta armata dopo gli agguati di via Cucca. Una faida che sta andando avanti da tempo, tra paura di pochi e indifferenza di molti.

Notti di paura, giornate all'insegna di un apparente normalità in una zona che si risveglia ogni mattina con la propria veste borghese. Rione Torretta, zona popolare e bohemienne di Mergellina, con il suo lungomare e i suoi edifici nobilie e austeri. Ma cosa sta accadendo negli ultimi giorni da queste parti? Restiamo alla cronaca, provando a unire i puntini: di recente la Procura ha fatto arrestare il presunto boss Piccirillo, per il quale è stata avanzata anche richiesta di processo immediato per una presunta estorsione finalizzata ad ottenere un locale da adibire a bed and breackfast (il suo avvocato, il penalista Gallina, è pronto a dimostrare l'innocenza di Piccirillo, ndr). E non è tutto.

Sempre di recente sono state registrate delle scarcerazioni di soggetti legati ai Frizziero-Strazzullo, che hanno radicato i propri interessi in una zona nella quale fino a qualche tempo fa risultavano minoritari. Coincidenze, per il momento, semplici coincidenze, destinate comunque a finire sul tavolo degli inquirenti. Poi ci sono altri aspetti destinati ad essere approfonditi, a cominciare da episodi di cronaca solo apparentemente spuri: è il caso del pestaggio inferto a uno spacciatore della zona. Caccia al pusher, in una riorganizzazione delle piazze di spaccio, che - specie nei fine settimana - resta il più importante motore dell'economia criminale nella zona.

Uno scenario nel quale ci sono altri aspetti da tenere in considerazione. Come le boe abusive, altro versante investigativo che va calato nello stesso spaccato territoriale, quello della Torretta, appunto. Ieri mattina è toccato ai sommozzatori della polizia, immergersi nelle acque che separano la spiaggia di Rotonda Diaz agli scogli del consolato americano. Cosa cercavano? Ore otto in punto, due agenti sono sul Lungomare, gli altri sono in acqua: «Cerchiamo boe abusive», fanno capire gli inquirenti. Una indagine che viene condotta assieme al lavoro svolto in questi mesi dagli uomini della capitaneria di porto, agli ordini del comandante Paolo Fedele (sempre e comunque sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli), per colpire interessi criminali nell'ormeggio in rada. Anche in questo caso si tratta di soldi incassati abusivamente, in uno spaccato dove - a distanza di decenni - si riproducono le stesse dinamiche: pressing di Secondigliano contro i Frizziero (legati ai Mazzarella). 

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Il Mattino