La firma dell'ordinanza che vietava l'utilizzo della plastica sul lungomare di Napoli doveva rappresentare una svolta epocale per la città. Presentata in pompa...
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Da diverse ore le foto che circolano sui social stanno scatenando le ire dei napoletani che riponevano speranze in quell'ordinanza. Ordinanza che non può avere reali effetti senza controlli capillari sull'uso, e soprattutto sullo smaltimento, dei rifiuti di plastica. Il testo dell'ordinanza sindacale prevede multe fino a 500 euro per i trasgressori. A tutt'oggi, come rivelato dal comandante del reparto ambientale Enrico del Gaudio, sono state comminate circa 30 contravvenzioni su un totale di 250 controlli.
Non si può non sottolineare, però, che le attività commerciali della zona si stanno sforzando per recepire l'ordinanza. In molti si stanno adeguando alle direttive «virando» sulle stoviglie di carta e sui bastoncini di legno che sostituiscono le posate di plastica. I problemi vanno ricercati piuttosto nelle difficoltà a controllare le miriadi di attività più o meno abusive che ogni fine settimana invadono - insieme a turisti e napoletani - il lungomare, e che non rispettano in alcun modo il divieto a vendere prodotti confezionati in plastica. Agli ambulanti più o meno regolari, inoltre, si aggiunge quella enorme fetta di napoletani che acquista cibi e bevande nei centri commerciali per consumarli poi sugli scogli di via Caracciolo.
Anche la famosa Mappatella Beach stamattina presentava il consueto tappeto di rifiuti, con tanto di stormi di gabbiani che cercavano qualcosa da mangiare tra i cumuli di monnezza. Ieri, complice la calura estiva che comincia ad attanagliare la città, in migliaia hanno preso d'assalto la lingua di spiaggia lasciando uno spettacolo decisamente indecoroso, specie se si pensa alla necessità - finora disattesa nei fatti - di ingaggiare una battaglia senza quartiere contro l'inquinamento ambientale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino