Formiche in corsia a Napoli, soldi dalla ditta di pulizie: indagati due dirigenti Asl

Formiche in corsia a Napoli, soldi dalla ditta di pulizie: indagati due dirigenti Asl
Si sono dati la staffetta alla guida del più importante centro di spesa della Asl Napoli uno e, calendario alla mano, faranno lo stesso turn over al cospetto dei...

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Si sono dati la staffetta alla guida del più importante centro di spesa della Asl Napoli uno e, calendario alla mano, faranno lo stesso turn over al cospetto dei carabinieri. Ci sono anche due professionisti ex funzionari della Asl Napoli uno, nelle indagini sulle condizioni igieniche dell’ospedale San Paolo. Ricordate la storia delle invasioni di formiche nel presidio di Fuorigrotta? In questi giorni ha fatto notizia la notifica di 17 inviti a comparire a carico di dirigenti dell’ospedale, ma anche di capi reparto e coordinatori delle infermerie. Tra questi spuntano i nomi di due manager Asl. Ufficio economato, l’accusa è di peculato. Stando alle prime conclusioni dei carabinieri del Nas, sarebbero stati firmati ordini di pagamento in favore della ditta che si era aggiudicata l’appalto per le pulizie, senza verificare se c’erano le condizioni per dare mandato agli ordini di pagamento. Inchiesta condotta dal pm Mariella Di Mauro, chiara l’ipotesi investigativa che sta alla base dei due inviti a comparire nei confronti dei responsabili Asl: «Avendo la disponibilità di denaro effettuavano il pagamento non dovuto alla ditta incaricata del servizio di pulizia del presidio ospedaliero San Paolo (vicende ricondotte a cavallo della seconda metà del 2017 e della prima parte del 2018 fino al 2020), in assenza della dichiarazione di corretta esecuzione, necessaria e prevista dal capitolato speciale, segnatamente all’articolo 27». Decisivi finora gli accertamenti dei carabinieri del Nas agli ordini del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, chiaro il punto su cui i due funzionari Asl sono chiamati a rispondere: perché hanno dato il via libera al versamento di soldi pubblici, in assenza di un attestato? Una vicenda che scava nelle condizioni igieniche di uno dei principali ospedali cittadini, ma anche sulla gestione delle ripetute emergenze sanitarie. Ed è in questo scenario che vengono indirizzate accuse di falso e di omissioni in atti di ufficio a carico di 15 professionisti (con mansioni differenti), per non essere intervenuti a rimuovere la sporcizia e a migliorare le condizioni igieniche di migliaia di utenti.

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Torniamo alla storia delle formiche. A leggere le accuse, l’invasione di insetti che circa tre anni fa sollevò uno scandalo nazionale fu solo la punta dell’iceberg. Al di là degli episodi denunciati con video postati sui social, al San Paolo le cose andavano avanti in questo modo: la sporcizia non veniva segnalata; oppure, quando c’erano «comunicazioni di disservizio» («sporadiche), non si passava alle vie di fatto. È il centro delle accuse mosse alla direzione sanitaria del nosocomio. Falso e omissioni, «per aver falsamente attestato, contrariamente al vero, la corretta esecuzione del servizio di pulizia con riferimento al servizio del mese di maggio, nonostante i responsabili dei reparti di chirurgia generale, di medicina di urgenza, di ortopedia, avessero segnalato il mancato rispetto del capitolato ed in particolare in medicina di urgenza si segnalava che il reparto era estremamente sporco e si rilevava una pessima igiene». Agli atti le informative dei carabinieri (fino all’estate del 2020), dalle quali emergono le presunte contraddizioni nella triangolazione tra ditta appaltatrice, ospedale e Asl. In sintesi, in alcuni casi la sporcizia non veniva denunciata; quando invece nella direzione sanitaria arrivavano precise segnalazioni dai reparti, non scattavano le contromosse e, alla Asl, arrivavano attestati di corretta esecuzione dei lavori. In altri casi invece - ed è questa l’accusa di peculato ai due manager Asl - i pagamenti sarebbero stati effettuati senza una pezza di appoggio. Difesi - tra gli altri - dai penalisti Claudio Davino, Maurizio Sica, Pino Vitiello - gli indagati sono pronti a raccontare la propria versione dei fatti e a replicare alle accuse. 
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Il Mattino